"L'Occidente smetta di vendere armi ai ribelli in Siria"

Il vicario apostolico dei latini ad Aleppo si compiace per la liberazione delle cooperanti italiane ma, in merito ai sequestri di Dall’Oglio e dei due metropoliti ortodossi, lancia l’allarme: “Navighiamo nel buio più assoluto”

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Appresa la liberazione di Vanessa Marzullo e Greta Ramelli le due cooperanti sequestrate in Siria, monsignor Georges Abou Khazen, vicario apostolico dei latini ad Aleppo, ha augurato loro di “poter superare questi giorni difficili” e di poter “riprendere la loro vita” di sempre.

Intervistato da Asia News, il presule ha ricordato, al tempo stesso, “la sorte dei due vescovi rapiti, di padre Dall’Oglio, degli altri sacerdoti e delle migliaia di persone” prese in ostaggio da gruppi terroristici nel paese mediorientale.

Il vicario di Aleppo ha ribadito che nell’area dove avvenuto il sequestro “la situazione non è cambiata, non vi è sicurezza e la vita quotidiana della gente si fa sempre più difficile”, in quanto scarseggiano cibo, acqua e riscaldamento e la luce è disponibile solo “un’ora e mezza al giorno”.

Quanto al rapimento di padre Paolo Dall’Oglio e dei metropoliti ortodossi Boulos Yazigi e Mar Gregorios Youhanna Ibrahim, monsignor Abou ha affermato che “ogni volta arriva una notizia che poi viene subito contraddetta, non abbiamo contatti né canali di dialogo, navighiamo nel buio più assoluto”.

Il vescovo siriano ha poi chiamato l’Occidente alle proprie responsabilità, invitando i governi a “cessare di vendere le loro armi” ai ribelli e a smettere di addestrarli: costoro “non possono essere considerati criminali in un Paese e combattenti per la libertà in un altro”.

Secondo monsignor Abou, la “logica che inneggia al fanatismo”, più che con le armi, va combattuta con mezzi come “l’educazione” e “la scuola” ma soprattutto privilegiando “il dialogo con imam e leader religiosi moderati, non con quanti, finanziati dall’esterno, promuovono logiche di violenza e terrore”.

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ZENIT Staff

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