L'Italia contraria al commercio di spermatozoi e ovuli

La Corte Costituzionale ribadisce il divieto alla fecondazione artificiale con donatori che non sono i genitori

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di Paolo Pesce

ROMA, domenica, 1 luglio 2012 (ZENIT.org).– La legge italiana sulla fecondazione assistita vieta espressamente la fecondazione di tipo eterologa, cioè  l’utilizzo di spermatozoi e/o di ovuli che non siano dei genitori del bambino fecondato, ma che siano di un cosiddetto “donatore”. Questa limitazione nella fecondazione non è mai piaciuta a coloro che ritengono che chi desidera avere figli, ma non può a causa di sterilità o di gravi malattie geneticamente determinate, debba essere libero di averli anche utilizzando i gameti di un donatore che sia al di fuori della famiglia. Per questo i giudici dei soliti tre tribunali italiani (che pervicacemente attaccano la legge 40 sulla fecondazione assistita) hanno presentato un ricorso alla Corte Costituzionale, alla luce di una sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che aveva sentenziato che il divieto dell’eterologa viola l’articolo 8 della Convenzione dei diritti dell’uomo,  relativo al rispetto della vita privata e familiare. La Corte Costituzionale, con sentenza di pochi giorni fa, non ha accolto il ricorso dei giudici italiani perché nel frattempo la Corte Europea si era nuovamente espressa sullo stesso problema con una decisione opposta alla precedente, affermando sia che il divieto dell’eterologa non va contro la Convenzione dei diritti dell’uomo, sia che ogni Stato può legiferare liberamente su questo specifico tema. A tutt’oggi, quindi,  la fecondazione eterologa rimane vietata in Italia.

Al di là degli aspetti legali, dei ricorsi, delle battaglie nei tribunali (cose estremamente complesse, con dinamiche proprie difficilmente comprensibili), il problema della fecondazione eterologa è fondamentalmente un problema antropologico che risponde ad alcune domande: chi è il figlio?, perché voglio avere un figlio?, è un mio diritto assoluto aver un figlio? Potremmo trovare un denominatore comune a tutte queste domande  chiedendoci se il figlio è l’”oggetto” dei miei desideri o è il “soggetto” che ha una sua centralità ed irripetibilità che lo rende unico.

Noi sappiamo che ogni figlio è una persona che ha una sua dignità intrinseca, legata alla sua essenza: un essere corporeo (non solo corporeo) e spirituale (non solo spirituale) che ha in sé, in modo inscindibile, queste due realtà corporea e spirituale. Il termine spirituale, a scanso di equivoci, non è indicativo di un dato religioso, ma è indicativo della coscienza, della razionalità, della capacità di fare progetti, cioè di aspetti intellettivi tipici della persona umana. Da un punto di vista cristiano, inoltre, ogni figlio è immagine di Dio, e ciò lo rende ancora più degno. Anche senza questo aspetto teologico, che evidentemente chi non è cristiano non condivide, rimane sempre la dignità umana legata alla sua essenza corporea e spirituale. La fecondazione artificiale umilia il figlio, perché lo riduce ad un oggetto del desiderio dei genitori, il cosiddetto “figlio ad ogni costo”. La fecondazione eterologa, poi, assolutizza la cosificazione del figlio. Per i genitori che accettano la fecondazione artificiale, il figlio deve essere ottenuto a tutti i costi, anche usando i gameti di una persona esterna alla coppia. Ma poi, quando il figlio sarà nato, chi saranno i suoi veri genitori? Quelli biologici (cioè quelli che hanno fornito i gameti) o quelli con cui vive? Un figlio fecondato in questo modo avrà tre genitori e, inoltre, quando capirà che suo papà è un altro, che non ha mai visto e mai vedrà, avrà dei gravi turbamenti psicologici, come già la scienza psicologica evidenzia. Ognuno di noi è inserito in una storia, con genitori, nonni e in futuro figli. L’essere in questa linea del tempo permette la crescita armonica della singola persona. Sapere che la propria storia, invece, ha un percorso con un grande punto interrogativo sulle proprie origini, crea un disagio psichico importante.

La legge italiana sulla fecondazione artificiale cerca di tutelare il concepito, ed è perciò che vieta l’eterologa. Speriamo che in futuro le cose restino così, anche perché il passo successivo alla fecondazione eterologa sarà l’utero in affitto, la compravendita di ovuli e spermatozoi, la ricerca del figlio perfetto, utilizzando i gameti di persone che abbiano quelle qualità fisiche o intellettivo che si desidera per il proprio figlio.

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per ogni approfondimento: http://www.vanthuanobservatory.org/

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ZENIT Staff

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