L'istituzione familiare attraversata da dinamiche dissolutrici (Seconda parte)

Editoriale del numero di marzo del “Quaderno” di Scienza & Vita 10

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È così necessario proporre un ulteriore passo: per vivere bene il proprio presente la famiglia ha bisogno di nutrirsi di futuro, di guardare cioè in avanti e di scorgere nelle nuove generazioni il destino naturale del suo accrescersi. Su questo versante si rischia di cadere nella retorica e in forme di speranza irrealistiche ed ingenue. Salvarsi da queste inutili tentazioni significa perciò scorgere nei giovani, che non sono mai la copia delle nostre attese spostate in avanti, l’unico approdo di consegna di una istituzione privata e pubblica, quale è la famiglia, che va trasmessa come compito e sfida per il futuro.

In tale prospettiva si può iniziare questa breve presentazione dei contributi di questo Quaderno, osservando quanto hanno detto i giovani nella tavola rotonda, sapientemente guidata da Domenico Delle Foglie: cinque giovani, molto diversi fra loro per formazione e scelte personali, eppure concordi nel sostenere che c’è ancora, e forse più che mai, bisogno di famiglia, quando si è pronti a modificarne, anche solo in parte, i ruoli e le funzioni, per troppo tempo staticamente riprodotti.

Ci ha pensato Fabiana Cristofari ad indicare le coordinate antropologiche capaci di ridare corpo alle relazioni familiari, troppo spesso irrigidite in schemi gerarchici che non funzionano più e rappresentano i corti circuiti per quelle fratture generazionali che interrompono la continuità della vita familiare, con i disastri che conosciamo. In tale prospettiva solo la Verità del proprio esserci al mondo può garantire le forme della libertà che potenziano i legami familiari e li spingono alla piena realizzazione.

Essendo la famiglia il luogo precipuo in cui si cresce nell’educazione sentimentale e dove si complicano i nodi affettivi, c’è necessità di andare a fondo nelle ragioni della crisi, che in primo luogo è crisi della coppia, come sostiene la seconda giovane, Giovanna Costanzo. Non si può arretrare per paura di scardinare fragili equilibri; bisogna invece vestire i panni del coraggio e della sapienza del cuore per rompere dinamiche contorte e riaprirsi al miracolo di nuovi inizi.

È quanto ha dimostrato, con la forza suggestiva della sua esperienza, Daniele Mangiola, il giovane che si è preparato al suo nuovo compito della paternità, cominciando con la moglie ad attendere il bambino, educandosi reciprocamente a rivestire questa nuova funzione, che da mero ruolo accolto passivamente, si è trasformata per lui in fonte di rivelazione personale e di arricchimento della vita di coppia.

Alla trasformazione del ruolo parentale dei nonni ha guardato Lucrezia Piraino, una giovane capace di cogliere in queste figure tradizionali delle insospettate risorse valoriali, in un tempo – come il nostro – distratto e poco comprensivo di fronte alle loro grandi capacità di donazione. Che non debbono solo essere considerate come base di appoggio dei figli piccoli, per poi essere dimenticati, ma che vanno a loro volta accolti e sostenuti nella loro specifica stagione vitale. Solo in tal modo la catena generazionale si fortifica e diventa fonte di arricchimento reciproco. All’ultimo anello di questo legame, rappresentato dai figli, i più giovani, ha guardato Luciano Tribisonda, che è riuscito a sfuggire alla tanta retorica politica che gira attorno a questo universo, per puntare alla questione centrale, quella che fa di questo mondo il riflesso delle proprie aspettative e che al contrario esige attenzione e rispetto. Non c’è dubbio, infatti, che sono loro, i giovani, a pagare di più, non solo in termini economici, questo difficile momento congiunturale. A loro gli adulti propongono spesso modelli pseudo-valoriali, rappresentati dalla corsa verso il successo e dalla conquista di desideri individuali. Solo dalla famiglia si può invece ricostruire quel tessuto di valori che fortificano e spingono alla disciplina della speranza e dell’impegno.

Alla priorità che rimetta al centro dell’agenda delle riforme sociali la missione della famiglia sono dedicati gli importanti interventi di due donne impegnate in politica, Paola Binetti e Luisa Santolini. È quest’ultima a sottolineare con crudezza e realismo i mali che affliggono la famiglia e che richiedono l’urgenza dell’impegno legislativo: dalla necessità di creare occasioni di lavoro per i giovani, alle emergenze delle donne lavoratrici, alla cura degli anziani, di fronte a quanti preferiscono, al contrario, rimodularne i problemi con soluzioni parziali che non tengono conto della famiglia come soggetto sociale. Solo la famiglia è chiamata a salvare l’umanità, ritrovando la meraviglia del suo esistere e del suo dipanarsi nel corso delle generazioni, come precisa l’autrice.

(La prima parte è stata pubblicata martedì 12 marzo. La terza e ultima parte segui domani, giovedì 14 marzo)

Per info: http://www.scienzaevita.org/

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Paola Ricci Sindoni

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