L'Isis, una minaccia anche a livello internazionale

L’Onu pubblica una relazione sulle dotazioni di armi dei terroristi islamici. Solo nel 2014, in Iraq, 700 bambini uccisi o mutilati

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I terroristi islamici che stanno combattendo in Medio Oriente hanno un’autonomia militare di due anni. Lo rivela un rapporto consegnato ieri al Consiglio di sicurezza dell’Onu dal comitato d’analisi, sostegno e monitoraggio delle sanzioni. Nel documento si legge – come riporta l’Osservatore Romano – che le milizie jihadiste dello Stato islamico e quelle del Fronte al Nusra, anch’esse attive in Iraq e in Siria, “pongono una chiara minaccia per la pace e la sicurezza internazionale”.

Le armi sottratte agli eserciti siriano e iracheno vengono mantenute in efficienza dai miliziani dell’Isis, grazie all’ampia disponibilità di parti di ricambio. Garantita dunque un’autosufficienza militare, l’organizzazione terroristica si sta dedicando ad altri canali di approvvigionamento. Per questo, il rapporto dell’Onu avanza una serie di raccomandazioni per nuove sanzioni e misure. Tra queste, il sequestro dei camion cisterna di petrolio estratto illecitamente dai miliziani nelle aree che controlla per venderlo in nero nei Paesi confinanti con Iraq e Siria. Il comitato consiglia inoltre di monitorare gli oggetti antichi provenienti dai due Paesi senza una chiara e legalmente certificata provenienza.

Ma i crimini dell’Isis che suscitano maggiore sdegno sono quelli verso i più piccoli. Sempre ieri, la responsabile degli interventi umanitari dell’Onu, Valerie Amos, ha reso pubblica al Consiglio di sicurezza una stima secondo cui nel 2014 in Iraq sarebbero stati uccisi o mutilati 700 bambini. Dei circa due milioni di sfollati – ha aggiunto – la metà sono bambini, “e cinque milioni hanno bisogno di aiuto”. Aiuto che tuttavia non è facile destinare loro, poiché la situazione di insicurezza rende spesso impossibile raggiungerli.

Sconforta in tal senso la relazione dell’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr). “Siamo profondamente preoccupati per il freddo, destinato ad aumentare velocemente nelle prossime settimane, e a far peggiorare drasticamente le condizioni precarie in cui vivono centinaia di migliaia di sfollati. I più esposti e fragili sono le donne e i bambini”, ha dichiarato Carlotta Sami, portavoce Unhcr in Italia, al rientro da una missione al campo profughi di Erbil.

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ZENIT Staff

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