"L'impegno pastorale della Chiesa di fronte ai nuovi movimenti religiosi e alle sètte"

Con i Vescovi della CEI passo dopo passo (Seconda Parte)

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Esaminiamo il documento della CEI di cui al titolo.

Dalla INTRODUZIONE

n. 1

I Vescovi ricordano in ouverture che la missione di andare e predicare affidato da Gesù alla Chiesa “costituisce la consegna e la gioia apostolica  che le Chiese di Dio che sono in Italia condividono con tutte le comunità dei credenti in Cristo Signore disperse nel mondo”, il che vi comprende le Chiese sorelle e quelle “in comunione imperfetta” con la Sede Apostolica. Non è infatti un caso che, nell’ambito di una valutazione critica delle Sètte e Movimenti Religiosi Alternativi, vediamo felicemente a fianco della Chiesa Cattolica anche l’operoso impegno di altre denominazioni cristiane.

Tale impegno, ai nostri giorni viene inserito in quello della rinnovata evangelizzazione, dal momento che, perdurando la situazione di gran parte dell’umanità “che attende ancora il primo annuncio della salvezza in Cristo” si dà il fatto che “gli stessi popoli che tale annuncio hanno ricevuto nei secoli passati hanno bisogno di ascoltarlo di nuovo” sia perché la secolarizzazione, il sincretismo e il relativismo hanno compiuto e perdurano nella loro nefasta opera contro la fede, sia perché le nuove offerte alternative di salvezza creano un gran disorientamento e mietono vittime tra gli stessi cattolici che sono in gran maggioranza – lo abbiamo letto in più parti – affetti da uno “spaventoso analfabetismo religioso”.

n. 2

E mentre “la caduta di alcune ideologie apertamente contrarie alla fede cristiana e l’acqusizione della libertà religiosa in Paesi che ne erano privi” presentano opportunità positive per la diffusione del messaggio evangelico, emergono nuove e gravi sfide alla fede a causa della “crescente diffusione di sette e nuovi movimenti religiosi, che si presentano ai cristiani come alternativi alla fede trasmessa loro dai padri o tali da alterarne natura e identità”. Sono pericoli sia per l’inquinamento della fede, sia per l’ostacolo che esse rappresentano in relazione al dialogo ecumenico che la nostra Chiesa intrattiene con Chiese e comunità ecclesiali. (1)

“Alcuni di questi gruppi – prosegue il Documento – non fanno mistero di volersi proporre come forme religiose sostitutive della Chiesa e cercano di sottrarre i fedeli alla comunità cristiana, mentre altri, di tendenza sincretistica, propongono una doppia appartenenza che rischia di allontanare progressivamente i cristiani dalle verità essenziali della loro fede”. I 25 anni di esperienza maturati dal GRIS sul campo permettono di osservare che la “doppia appartenenza” che viene proposta da certi movimenti è puramente strumentale a creare, come è in progetto, quello “allontanamento progressivo”, quasi indolore, di cui chi è “culturalmente indifeso” non si accorge affatto. O se ne accorge a sorpresa, a cose fatte e quando ormai ha impelagato vita, consuetudini, affetti, amicizie, e anche risorse economiche nella appartenenza al nuovo gruppo. Il quale – e questo è sintomatico per tutti i MRA – non dà nulla e chiede molto su tutti i fronti, eventualmente agitando lo spauracchio della prossima fine e della necessità di acquisire “una condizione approvata” di fronte alla nuova divinità, a sconto benevolo per il gran tempo perduto come seguace di quello che i Testimoni di Geova chiamano “Babilonia la grande, l’impero mondiale della falsa religione”. Nomi e cognomi di tali denominazioni e gruppi, sincretistici o esclusivisti, vengono monitorati anche da Uffici per l’Ecumenismo e il Dialogo e sono dichiarati agli interessati allorquando si presentano per ottenere un aiuto pastorale.  

PARTE PRIMA

n. 3

Il documento osserva che ai nostri giorni si nota una diversità di atteggiamento delle masse, fino a ieri disincantate e orientate decisamente verso il materialismo, il secolarismo e l’ateismo. Si ricorderà che ne “La città secolare” (Vallecchi 1967)  Harvey Cox aveva ipotizzato che nel 2000 la religione sarebbe scomparsa dalla scena pubblica per relegarsi nell’ambito privato. Previsione che invece è stata provvidenzialmente smentita proprio da quel fenomeno di revival del “sacro” (più emergente che non il fattore propriamente “religioso”) di cui la CEI, come qui si vede, aveva già visto le avvisaglie un decennio prima della fine del secolo.

I vescovi annotano che “Esso [revival] sembra in gran parte rispondere ad un bisogno di significato globale e sicuro dell’esistenza e ad una ricerca di appartenenze personalizzate in reti di relazioni accoglienti, in reazione alla massificazione crescente della società.” Così avviene che “la Chiesa, che si era preocccupata di proporre l’annuncio della salvezza  ad un uomo «disincantato», interessato soprattutto ai dati della scienza e della tecnica, attento al raggiungimento di un benessere materiale e di una tranquillità psicologica, oggi si trova spesso di fronte un uomo inquieto in ricerca di risposte ultime, desideroso di esperienze e di pratiche religiose, preso da una specie di nostalgia di spiritualità e di religiosità vissuta”.

I vescovi notano anche che questa reazione suona come una “rivincita di Dio”, come una “protesta” contro un mondo totalmente secolarizzato e come una riaffermazione della natura “inguaribilmente religiosa dell’uomo”. Un fenomeno che merita quindi di “essere diligentemente conosciuto e attentamente valutato” alla luce del discernimento che la rivelazione ci offre.

Non sarà discaro annotare qui come il Prof Prini aveva additato nello sviluppo capitalistico e tecnologico, fautore di un “esprit bourgeois”, e in certi soggetti di una ybris prometeica, la causa della caduta dei significati religiosi che hanno portato a sostituire la metafisica dell’essere con quella del fare. L’uomo si sarebbe dapprima convinto che non contava per ciò che era ma per ciò che riusciva a produrre. “Tu vali per quello che sai fare, non per quello che sei, non per la tua dignità intrinseca”. Ma, successivamente è accaduto che “… nella misura in cui si esalta la possibilità del fare umano si abbassa, si vilipende, si disprezza la natura umana, si ha vergogna di essere nati, di essere nati di donna, dell’avere questa natura.” (2)

Il Prini citò allora L’uomo è antiquato di Gunther Anders, “in cui si parla di questa «vergogna prometeica» dell’uomo che si sente inferiore ai propri prodotti, alle cose che egli fa, a quel mondo delle macchine che è propriamente il mondo moderno.” Ma – ed era inevitabile – “… proprio questo tipo di metafisica, che può essere assunta come il modello della riduzione atea, non sa risolvere l’ultimo, il più fondamentale dei problemi, il problema della morte. La morte è la improduttività pura. La morte è la più dura smentita di tutte le aspirazioni dell’uomo unicamente proteso verso una finalità terrena.” L’oratore, che partecipava ad una tavola rotonda davanti a 1500 studenti, concludeva dicendo “La grande funzione del mondo della scienza e della tecnica, in cui si è espressa la metafisica del fare, è, a mio avviso, provvidenziale. La scienza e la tecnica liberano il concetto di Dio da tutti gli antropomorfismi, da tutte le sostituzioni, e surrogazioni e temporalismi, da tutto quello che c’è di magico, insomma, in queste esperienze. Il mondo della scienza, il mondo della tecnica, ci conduce esso stesso ad una riproposta più pura e più autentica del problema di Dio”. (3)  

(La prima parte è stata pubblicata domenica 3 novembre 2013. La terza parte sarà pubblicata la prossima domenica 1 dicembre)

*

NOTE

1) Al riguardo la CEI si premura di distinguere tra movimenti religiosi alternativi (settari o meno) e movimenti ecclesiali, avvertendo in nota – e
ricalcando quanto già scritto nel documento CEI Le aggregazioni laicali nella Chiesa. Nota pastorale, 29 aprile 1993, nn. 1 e 51) –  che: “Con l’espressione «nuovi movimenti religiosi» non si devono qui intendere quelle aggregazioni ecclesiali  (associazioni, movimenti, comunità e gruppi) che operano in seno alla Chiesa cattolica e sono per i fedeli laici «occasioni per incontrarsi e vivere la loro appartenenza alla Chiesa, maturare nella vita di fede ed essere testimoni della vita e della risurrezione del Signore Gesù davanti al mondo», e costituiscono pertanto «effettivi doni dello Spirito alla Chiesa»”.

2) Non sembra un’anticipazione profetica di quasi mezzo secolo fa circa l’odierna teoria del gender per la quale l’uomo vuole stabilire da sé quale natura avere e il diritto di farne ciò che gli aggrada?

3) Cf  AA.VV. Perché non credo? Cittadella Editrice, 1966 pp. 26-29). Cf anche, quasi a continuazione ideale della stessa problematica, il Convegno Internazionale, celebrato a Roma dal 10 al 12 dicembre del 2009 i cui lavori sono riportati nel volume “Dio oggi. Con Lui o senza di Lui cambia tutto“, Cantagalli Editore.  

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Sandro Leoni

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