L'immigrazione è un'opportunità, anche all'interno della Chiesa cattolica

Il visitatore apostolico per i fedeli greco-cattolici ucraini presenti in Italia e Spagna spiega come attraverso l’accoglienza si riscopre anche la fede

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di Mons. Dionisio Lachovicz O.S.B.M.,
Vescovo titolare di Egnazia, Visitatore Apostolico per i fedeli Ucraini di rito bizantino residenti in Italia e Spagna

CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 10 ottobre 2012 (ZENIT.org) – Il mio intervento tratta del “fenomeno migratorio” dei fedeli delle Chiese sui iuris specialmente di quelli che sono arrivati in grande numero dall’Est Europeo dopo il crollo dell’impero sovietico, come pure di quelli dell’Oriente cristiano in generale. 

Con questa immigrazione sono apparsi problemi e opportunità nuove, come viene messo in distacco nella sezione degli “scenari della nuova evangelizzazione” dell’lnstrumentum laboris. Come afferma questo documento, l’immigrazione è un’opportunità, anche all’interno della Chiesa cattolica nella sua componente maggioritaria di rito latino “per comprendere con maggiore profondità i modi con cui la fede cristiana esprime la religiosità dell’animo umano e allo stesso tempo arricchisce il patrimonio religioso dell’umanita can la singolarità della fede cristiana” (Inst. 67) e ammette giustamente, che “l’incontro e lo scambio di doni tra Chiese particolari, offrono la possibilità di ricevere energie e vitalità di fede dalle comunità cristiane immigrate” (Inst. 70), come anche la testimonianza dello “spirito di ricchezza incalcolabile dei segni del martirio vissuto in prima persona” (Inst. 75).

Come visitatore apostolico per i fedeli greco-cattolici ucraini presenti in Italia e Spagna posso costatare la meravigliosa accoglienza fraterna data dalla chiesa cattolica latina a questi fedeli, aprendo lo spazio delle proprie chiese, provvedendo l’assistenza con i sacerdoti dello stesso rito, prestando loro l’assistenza sociale, che per molti di questi fedeli è stata anche l’opportunità per riscoprire la propria fede.

Ciò nonostante, in alcune realtà talvolta senza accorgersi, can il comprensibile tentativo d’integrazione degli immigrati nel tessuto sociale e ecclesiale del paese di accoglienza, questa integrazione ecclesiale dei fedeli appartenenti alle Chiese sui iuris, può diventare problematica, perché si può creare un processo di latinizzazione molto dannoso ai fedeli stessi, come, peraltro, attestano fatti storici molto dolorosi, che registrano anche di passaggio di questi fedeli ad altre confessioni non cattoliche oppure all’abbandono della propria fede.

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ZENIT Staff

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