L’esperienza dei Sem Terra brasiliani

Lo sviluppo non nasce dalle cose ma dalle persone

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di Antonio Gaspari

RIMINI, martedì, 25 agosto 2009 (ZENIT.org).- Lo sviluppo non si realizza con le cose, ma con l’incontro e la fratellanza delle persone.

Questo è quanto hanno sostenuto, Cleuza Ramos e Marcos Zerbini, responsabili dei Sem Terra di San Paolo in Brasile, nel corso di un incontro che si è svolto al Meeting di Rimini, lunedì 24 agosto.

L’associazione dei Sem Terra è nata nel 1985 per dare alla gente delle favelas una casa.

Cleuza Ramos ha raccontato che dopo anni di proteste sono nati quartieri, ma mancavano scuole, acqua, energia elettrica e gas. La gente non era più nelle favelas ma era comunque in difficoltà.

“Siamo riusciti a far costruire la scuola – ha spiegato -, ma la gente rimaneva triste” e continuava a chiedere nuove cose.

“Neanche quando è stato costruito l’ospedale la gente è diventata contenta”.

“Abbiamo ottenuto tutto quello che chiedevamo, ma nei nuovi quartieri la coppie si separavano, i ragazzi andavano in galera, le strade erano piene di rifiuti”.

Cleuza ha raccontato che ad un certo punto, insieme al marito Marcos, ha compreso che avevano tolto la gente dalle favelas ma la favela rimaneva nei cuori della gente.

Così nel 2001 i coniugi Zerbini attraversarono un periodo di crisi e conobbero gli amici di Comunione e Liberazione. Da allora cominciarono a guardare con occhio diverso ogni singola persona.

“Il governo – ha commentato Cleuza – costruisce più case, toglie dalle favelas molta più gente di noi. Ma una persona cambia solo se si sente abbracciata”.

Marcos, che insegnava a leggere e scrivere nelle favelas, aggiunge “non puoi aiutare le persone a svilupparsi se non ti coinvolgi affettivamente con loro”.

“E poi – sottolinea – se anche costruiamo grandi opere, ma non costruiamo noi stessi, non abbiamo fatto nulla!”.

“Più dei soldi – ha concluso Marcos – le persone hanno bisogno di un cuore umano che possa testimoniare la bellezza di Cristo per la propria vita”.

A questo proposito Giuseppe Follini, docente di economia a Trento, ha precisato che “occorre rovesciare il paradigma della Banca Mondiale che cerca ‘istruzioni perfette’ da ripetere in ogni angolo del mondo per ottenere sviluppo. Non è tutto”.

Al Meeting di Rimini nel padiglione C5 della Fiera i “Sem Terra” hanno aperto uno stand con uno striscione dove è scritto “Nehuna lagrima se perderà diante de Deus” che tradotto suona come “Nessuna lacrima si perderà davanti a Dio”.

Parole che il Pontefice Benedetto XVI pronunciò il primo febbraio del 2009, mentre in Italia si stava discutendo del caso di Eluana Englaro.

In quell’occasione, il Papa disse testualmente “siamo certi: nessuna lacrima né di chi soffre,né di chi gli sta vicino, va perduta davanti a Dio”.

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ZENIT Staff

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