L'ateismo è una scelta razionale?

Rispondono tre atei famosi

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

La domanda che pongo qui deve essere ben chiara: non chiediamo se gli atei siano razionali, cosa che sarebbe assurda; neanche se gli atei siano inferiori rispetto ai teisti, o se la credenza in Dio “non necessariamente fa che una persona sia migliore”, com’è apparso in un recente sondaggio in Brasile [1]. La domanda ora è se l’ateismo come un sistema di pensiero sia coerente. Più precisamente, ci si chiede se sia possibile affermare contemporaneamente la non-esistenza di Dio e il relativismo. Potrebbe essere vero che non c’è verità e al tempo stesso essere vero che Dio non esista?

Forse qualcuno potrà pensare che la domanda fatta sia assurda. E può venire in mente al lettore il ricordo del giovane personaggio Ivan, del romanzo I Fratelli Karamazov di Dostoevskij, quando sosteneva che se Dio e la religione non esistessero, tutto sarebbe permesso.

Quel personaggio manifestava in tal modo un desiderio di liberazione: una volta eliminata la fede in Dio, l’uomo sarebbe stato sciolto da ogni dogmatismo, sia teorico che morale. La negazione di Dio avrebbe posto fine al “diritto naturale” e al dovere di amare il mondo e l’altro. Lo stesso desiderio manifestava F. Nietzsche al dichiarare la morte di Dio, o meglio, affermando che gli uomini l’avevano ucciso.

Secondo loro, quindi, la negazione o la “morte” di Dio non sarebbe stata fondata sul il relativismo, ma sarebbe stata la stessa origine del relativismo. L’affermazione della non-esistenza di Dio sarebbe una scelta, qualcosa d’innegabile e impossibile da dimostrare da qualche verità precedente. E accettando questa convinzione, questo nuovo “dogma”, tutti gli altri dogmi sarebbero crollati. L’ateismo diverrebbe allora il fondamento del relativismo morale e cognitivo.

Tuttavia essendo questo chiaro, è comune pensare che il relativismo sia il fondamento dell’ateismo, che le persone che non accettano Dio lo facciano perché non vogliono accettare l’esistenza della verità, cui dovrebbero sottomettersi. 

L’ateismo parte da un’affermazione che ha valore di verità assoluta: Dio non esiste. Se quest’affermazione non è assunta per gli atei come verità, semplicemente loro cesserebbero di essere atei. Il relativismo è, secondo loro, valido solo per le “verità” inferiori e tutti gli uomini dovrebbero sottomettersi all’imperativo morale unico: è vietato avere regoli morali.

È interessante notare che F. Nietzsche e altri filosofi atei hanno riconosciuto che il relativismo cognitivo e l’ateismo sono tra loro contraddittori. La ragione è che il relativismo implica l’affermazione della non-esistenza di verità assolute, ma si basa, a sua volta, su una verità assoluta: la non-esistenza di Dio. Pertanto, l’affermazione della non-esistenza di Dio implica l’affermazione della sua esistenza.

Altri pensatori atei che hanno capito le contraddizioni dell’ateismo contemporaneo sono M. Horkheimer e Th. Adorno. In realtà, hanno detto in un’opera comune, Dialettica dell’illuminismo, citando Nietzsche: «ci rendiamo conto “che anche noi non conoscitori di oggi, noi atei e antimetafisici, nutriamo il nostro fuoco all’incendio di una fede antica di due millenni, quella fede cristiana che era già la fede di Platone, essere Dio la verità e la verità divina”. Così anche la scienza incorre nella critica portata alla metafisica. La negazione di Dio implica di per sé una contraddizione insuperabile, in quanto nega il sapere stesso» [2].

Questi autori, relativisti e atei, che si considerano “non conoscitori e antimetafisici” alimentano la verità della loro fede ateistica nella cristiana, già presente in Platone: la fede nell’esistenza della verità divina. Quindi è possibile affermare la non esistenza di Dio, solo per chi accetta che ci sia una verità assoluta, divina.

In altre parole, solo può negare Dio, chi lo riconosce in precedenza. Pertanto, l’ateismo, al negare Dio e la verità delle cose (che è sempre relativa al soggetto che conosce ed è progressiva), rivendica per se stesso un carattere assoluto, proprio di Dio [3], stabilendo così un nuovo dogmatismo. Pertanto, l’ateismo non esiste; non è altro che una sorta d’idolatria che consiste nel mettere se stesso e le proprie convinzioni personali, per quanto contraddittori possano essere, al posto di Dio, l’unico che garantisce tutta la verità.

Don Anderson Alves è sacerdote della diocesi di Petrópolis, Brasile. E’ dottorando in Filosofia presso alla Pontificia Università della Santa Croce a Roma.

*

NOTE

1. Fonte: http://www1.folha.uol.com.br/poder/1206138-tendencia-conservadora-e-forte-no-pais-diz-datafolha.shtml  

2. Cfr. F. NIETZSCHE, La gaia scienza, Mondadori, Milano 1971, p. 197; M. HORKHEIMER e Th. ADORNO, Dialettica dell’illuminismo, Einaudi, Torino 1966, p. 125.

3. Per la preparazione di questo testo mi sono stati utili le riflessioni presenti in U. Galeazzi, Il coraggio della Ragione. Tommaso d’Aquino e l’Odierno dibattito filosofico, Armando, Roma 2012, p. 22-38.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Anderson Alves

Sacerdote della diocesi di Petrópolis – Brasile. Dottore in Filosofia presso alla Pontificia Università della Santa Croce a Roma.

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione