L’appello dell’arcivescovo di Aleppo: “Aiutateci in Siria”

Anche monsignor Denys Antoine Chahda, presule della comunità siro-cattolica, auspica un freno all’esodo dei cristiani dal suo paese

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“Ai miei fedeli non mi stanco mai di dire: ‘Rimanete. Abbiamo Bisogno di voi!’. Perché se i cristiani lasciano la Siria per questo paese non c’è più alcuna speranza”. Al telefono con Aiuto alla Chiesa che Soffre da Aleppo, monsignor Denys Antoine Chahda esprime preoccupazione per il massiccio esodo di cristiani dalla città.

L’arcivescovo siro-cattolico di Aleppo riferisce come negli ultimi giorni un numero crescente di fedeli abbia richiesto il proprio certificato di battesimo al fine di poter emigrare.  Per il presule tale aumento è legato alla grande accoglienza ricevuta dai siriani nei paesi europei.  “Dopo quattro anni e migliaia di vite spezzate l’Europa apre le sue porte ai siriani – afferma – ma nessuno ci ha mai dato una ragione per restare in Siria”.

Monsignor Chahda descrive la tragica situazione di Aleppo, dove da diverse settimane la fornitura idrica e quella dell’energia elettrica sono state interrotte. “È davvero difficile resistere senz’acqua ed elettricità per 24 ore al giorno, mentre le bombe continuano a cadere sulla città e uccidono persone innocenti. Sono ormai più di quattro anni che viviamo questo stesso calvario. La fine della guerra è l’unica salvezza in cui possiamo sperare”.

I bombardamenti non hanno risparmiato la cattedrale, né l’arcivescovado siro-cattolico. Monsignor Chahda, racconta ad ACS che più della metà della comunità siro-cattolica di Aleppo – che prima del 2011 contava circa 10mila fedeli – ha abbandonato la città, mentre chi è rimasto si sta preparando a partire. “E come la nostra, anche le altre Chiese cristiane assistono impotenti a questa emorragia di fedeli”.

Il presule si rivolge dunque alla comunità internazionale affinché intraprenda azioni atte ad aiutare i siriani nel loro paese. “Stati Uniti e Unione europea – conclude – devono agire in Siria, perché qui ci sono milioni di persone, fedeli di ogni religione, che hanno il diritto di vivere. Non sono abbastanza quattro anni di guerra? Per quanto ancora saremo costretti a soffrire?”.

 

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ZENIT Staff

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