L'annunciazione di Maria, un invito per vivere bene la Quaresima

La ricorrenza di oggi indica ad ogni fedele il cammino umile dell’ascolto, l’audacia del domandare, e il coraggio per affidarsi al Dio oltre l’intelligenza e le povere aspettative umane

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L’annunciazione dell’angelo Gabriele alla Beata Vergine Maria segna l’inizio di un nuovo modo di relazionarsi con Dio. Maria era promessa sposa di Giuseppe; prima che andassero a vivere insieme rimase in cinta per opera dello Spirito Santo. Maria era fidanzata con Giuseppe, e il fidanzamento nel mondo ebraico costituiva una vera e propria promessa di matrimonio, promessa che si sarebbe concretizzata in matrimonio in un arco temporale stabilito. Accogliere l’annunzio dell’angelo avrebbe potuto compromettere il matrimonio con Giuseppe e mettere a serio rischio la sua stessa vita.

Questo fa intendere come il suo “si” all’angelo sia avvenuto come frutto della sua adesione fiduciosa, sicura che Dio avrebbe compiuto quanto stava promettendo. Maria non avrebbe potuto mai immaginare di ricevere la proposta di diventare Madre di Dio, non immaginava certo di poter concepire e partorire verginalmente il suo Figlio divino.

Questo atteggiamento di Maria è una testimonianza di fede per ogni uomo e donna. La nostra società ci dice ogni giorno che tutte le scelte devono essere attentamente ponderate e scrupolosamente calcolate: non bisogna lasciarsi trascinare nel fare il bene se questo comporta pericoli e sacrifici, non bisogna seguire troppo il nostro cuore se il rischio è perdere qualcosa di importante. Tutto deve essere razionale, tutto deve avere una certa logicità e prevedibilità. Se non si riesce a preventivare tutto quello che può succedere di fronte ad una scelta, allora è meglio lasciar perdere. Tutto deve essere sempre sotto il nostro controllo: si viene considerati stolti quando si confida di avere fiducia nella provvidenza di Dio.

Quante situazioni di questo genere avvengono nella vita quotidiana: perchè devo sposarmi senza andare prima a convivere? Perchè devo sposarmi se prima non ho messo da parte una somma di denaro adeguata per vivere bene senza fare troppe rinunzie? Perchè la Chiesa mi deve dire che cosa devo fare nel matrimonio? Come fanno i preti a parlare del matrimonio se non sanno che cosa vuol dire essere sposati?

Tutte queste domande trovano una risposta adeguata proprio nel mistero dell’annunciazione a Maria, un avvenimento che in ogni tempo della storia parla al cuore di tanti uomini. Maria è la piena di grazia; Dio ha voluto racchiudere tutte le grazie in Maria, affinchè ogni uomo potesse ricevere una qualunque grazia da Gesù. La madre chiede una grazia, il Figlio la concede. Queste spiega perchè la fede di Maria è cristocentrica: nella relazione tra Cristo e Maria, Gesù occupa il centro, Maria rimane al suo fianco supplicando grazie a nostro favore.  E’ vero che Maria pone Cristo al centro, ma il suo margine è prossimità, perchè Lei tra tutte le creature è Colei che gli è rimasta più vicina di tutti in quanto madre e in quanto prima discepola umile e fedele.

Infatti quando gli viene proposto di diventare Madre di Dio, Ella dimostra di non sapere come questo prodigio sarebbe potuto avvenire. Le sue parole non contengono incredulità, ma una umile fiducia da parte di Colei che crede pienamente in Dio. Le sue parole sono piene di speranza nel domandare come possa avvenire quel concepimento misterioso.

Maria trova risposta alle sua domanda: “Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio» (Lc 1,35-37)”.

La risposta dell’angelo a Maria racchiude un grande insegnamento. La fede di Maria è totale verso la volontà di Dio, ma questo non significa che la fede non debba essere accompagnata dalla rivelazione sul come si realizzerà quella promessa. A Maria gli viene risposto come sarebbe rimasta in cinta, per permettergli di compiere pienamente la volonta di Dio.

E questo è un esempio su come ogni cristiano debba pregare in questo tempo di Quaresima. Quando Gesù Cristo parla al nostro cuore, non dobbiamo limitarci ad ascoltare cosa ci chiede di fare, ma anche come lo dobbiamo fare.

Tante volte ci accontentiamo di avere ascoltato da Dio quale sia la via da seguire. Il passo successivo che siamo chiamati a compiere è di avere il coraggio, sull’esempio di Maria, a domandare come fare, affinchè quel progetto di Dio possa realizzarsi nella nostra vita. Se avremo fede e coraggio ad osare nel chiedere, e se avremo umiltà nell’ascoltare la voce di Dio che parla alla nostra coscienza, allora avremo trovato tutto quello che ci serve per essere gioiosi e diventare veri collaboratori del piano di salvezza di Dio.

Può essere utile riflettere su un altro aspetto suggerito da questo Vangelo: ogni rivelazione divina deve essere scrutata. Il discernimento è parte integrante della fede cristiana. Maria era una profonda conoscitrice della Sacra Scrittura; Ella avrà pensato nel suo cuore alle parole del profeta Isaia: “Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele” (Is 7,14).

Maria si sarà identificata in quella vergine di cui ha parlato il profeta Isaia. Ma oltre al riscontro biblico, il Signore offre tanti segni per condurci a Lui e invitarci a compiere il suo volere. Egli vuole offrirci conferme attraverso fatti quotidiani vissuti da persone che si trovano nella nostra cerchia familiare.

La maternità miracolosa della cugina Elisabetta viene annunziata a Maria dall’angelo non solo per dare la conferma dell’onnipotenza di Dio, ma soprattutto per offrire a Maria la possibilità di essere serva non solo di Dio ma anche degli uomini, perchè un autentico amore a Dio non può essere mai separato dall’amore al prossimo.

Allora questa ricorrenza di Maria, che normalmente sembra essere più appropiata per il tempo di Avvento, è quanto mai propizia anche per il tempo di Quaresima, perchè indica ad ogni fedele il cammino umile dell’ascolto, l’audacia del domandare, e il coraggio per affidarsi al Dio che supera la nostra intelligenza e le nostre povere aspettative umane. E queste virtù sono il frutto dell’amore di Cristo Risorto e della potenza dello Spirito Santo.

Per questo Maria è destinataria anticipatamente, già all’annunziazione, di ogni tipo di grazia che tutte le altre creature hanno ricevuto dopo la risurrezione del suo Figlio. Il suo concepimento verginale è la dimostrazione di questa pienezza di grazia da Lei ricevuta, perchè rimanda l’apparizione del Cristo Risorto nella sera di Pasqua, quando i discepoli si trovavano nel cenacolo a porte chiuse. La verginità di Maria è un richiamo alle porte chiuse del cenacolo di Gerusalemme. Il pace a voi ascoltato dai discepoli nel cenacolo, Maria lo sperimenta nel suo cuore quando accetta la proposta di accogliere Gesù e lo concepisce per fede nel suo grembo verginale.

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Osvaldo Rinaldi

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