L'anemia spirituale e materiale dell'umanità!

Il pianeta è in crisi da tutti i punti di vista, proprio perché l’uomo fa di tutto per negare a se stesso la verità di Dio

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Il Signore ha stabilito, nella sua grande sapienza, che ogni uomo sia sua provvidenza per ogni altro uomo. Questo verità, che tutela il mondo dalle nefandezze umane, si è persa, priva ormai dalla sua forza trascendentale,  tra i rivoli di un perdente atteggiamento collettivo.  Un aspetto, non certo secondario, tutto assorbito in un concetto filosofico metafisico, per il quale ciò che risiede nell’essere ha in sé il suo principio e fine. Il cielo è così solo un riferimento poetico, astrologico, finito. Più crescono i confini dell’universo, più l’uomo si sente il padrone assoluto del creato. L’essere umano tende persino a relativizzare lo stesso Dio, ponendo al centro dell’equilibrio pubblico solo le relazioni sociali. Riferimenti base di una società che utilizza il diritto non come un concreto dispositivo della scienza universale divina, ma come elemento sostitutivo del dono della provvidenza di Dio. Non si capisce che senza quest’ultima ogni relazione sociale è destinata a scontrarsi e a crescere sulla via del conflitto, nonostante le norme più raffinate. Molti sono oggi infatti i rapporti personali, comunitari, istituzionali, politici, ecc. che finiscono in una contrapposizione senza alcuna soluzione di sano discernimento e intelligente raziocinio, allontanandosi dai sentieri che conducono al valore eterno del bene comune. L’umanità si riveste a nuovo, ma cresce la sua anemia spirituale che influisce su quella materiale, perché manca la linfa principale, quale il respiro di Dio che rivitalizza, nella giustizia, le azioni degli uomini. Scrive il teologo Mons. Costantino Di Bruno: “Oggi l’uomo ha perso la sorgente della sua verità. È precipitato in una involuzione di grande immanenza. La dichiarazione della morte di Dio operata dalla filosofia per più secoli ha fatto sì che si trasformasse in morte dell’uomo. Dio è più che una bombola di ossigeno per chi ha perso l’uso dei suoi polmoni. Se il malato viene privato del respiro della vita, incorre nella morte. Così è per l’uomo”.

Se l’uomo continua ad essere privato dell’alito della vita che è Dio, lo si fa precipitare in una morte dello spirito e dell’anima, che si trasforma anche in morte fisica. Non si esagera se si afferma che ci troviamo dinnanzi ad un suicidio invisibile generale. In questo momento storico, Papa Francesco a Manila, dinnanzi a sette milioni di persone, è stato la plastica raffigurazione di un mondo sofferente e abbandonato, che ha bisogno, oggi più di ieri, di riappropriarsi di questo alito di vita, origine del tutto. Il pianeta è in crisi da tutti i punti di vista, proprio perché l’uomo fa di tutto per negare a se stesso la verità di Dio, che è l’unica vera soluzione per riportare, nella diversità, la pace e il rispetto dell’altro. Chi nega la verità di Dio costruisce un uomo falso, fantoccio, spingendo l’umanità nel baratro delle false relazioni. Se la verità dell’uomo è dalla verità di Dio, cosa ci possiamo aspettare da un futuro che tende a distruggere e a rifiutare ciò che ha sempre redento la storia delle nostre comunità? L’umanità rischia di perdere la sua strada maestra, rischiando di affondare completamente nelle tenebre di una esistenza fine a se stessa, che annulla le sue radici celesti. L’uomo invece non deve mai scordare che Dio vuole che sia egli stesso sua provvidenza per l’altro. Una finalità scritta nella sua identica natura e per la quale, affinché fosse vissuta pienamente, il Signore ha dotato di doni particolari tutti gli esseri umani. Noi spesso dimentichiamo questa grande certezza, sottovalutando le nostre stesse potenzialità che lasciamo morire con apatia interiore e fisica. Siamo perciò capaci di ignorarle senza mai “arrossire”, tralasciando il compito di sviluppare i talenti a noi assegnati, perché producano frutti di verità, vita, salvezza, redenzione, benessere spirituale e materiale per ogni altro fratello.

Se non mettiamo a frutto i doni ricevuti, priviamo l’umanità di un bene ad essa essenziale, necessario per vivere il meglio possibile. Rendiamo grave la sua anemia spirituale e anche materiale, consegnando alle nuove generazioni un mondo truccato all’esterno con le forme più belle, ma vuoto dentro fino all’inverosimile. Ogni inclinazione naturale va fatta fruttare, perché vitale per il benessere comune. Se viene nascosta si toglie alla collettività un elemento necessario per la sua vita. La parabola dei talenti nel vangelo di Cristo è la risposta più significativa a questa particolare dimensione umana. Chi fa fruttare i cinque e i due talenti ricevuti dal proprio padrone, fuori casa per un certo significativo periodo, viene elogiato e premiato, mentre chi ha nascosto in una buca l’unico talento lasciatogli, viene duramente apostrofato e castigato. Potrebbe sembrare una punizione eccessiva, ma non è affatto così. Il servo che ha impedito ad un “seme” in suo possesso di germogliare, in realtà trasgredisce il comandamento più importante della Legge del Signore: “Io sono il Signore tuo Dio. Non avrai altri dèi di fronte a me”. Non lo osserva  anche se non ammazza nessuno; non è un adultero; non è un falso testimone, non disonora il padre e la madre. La società oggi ha dimenticato, come il servo fannullone, che senza una vera obbedienza ad ogni Parola del nostro Dio mettiamo in discussione tutte le azioni della nostra esistenza, vanificando l’osservanza degli altri comandamenti. Tutto è legato al primo. L’obbedienza al Signore significa la caduta di ogni contrapposizione umana e l’avvio di un tempo dove ognuno, al di là della sua posizione sociale ed economica, sappia divenire, come stabilito da Dio, sua provvidenza per l’altro. Unica medicina disponibile contro l’anemia spirituale e materiale dell’Umanità, perché ritorni al suo splendore.

Chi volesse contattare l’autore può scrivere al seguente indirizzo email: egidio.chiarella@libero.it. Per ulteriori informazioni: www.egidiochiarella.it. Per ordinare l’ultimo libro di Egidio Chiarella si può cliccare qui.

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Egidio Chiarella

Egidio Chiarella, pubblicista-giornalista, ha fatto parte dell'Ufficio Legislativo e rapporti con il Parlamento del Ministero dell'Istruzione, a Roma. E’ stato docente di ruolo di Lettere presso vari istituti secondari di I e II grado a Lamezia Terme (Calabria). Dal 1999 al 2010 è stato anche Consigliere della Regione Calabria. Ha conseguito la laurea in Materie Letterarie con una tesi sulla Storia delle Tradizioni popolari presso l’Università degli Studi di Messina (Sicilia). E’ autore del romanzo "La nuova primavera dei giovani" e del saggio “Sui Sentieri del vecchio Gesù”, nato su ZENIT e base ideale per incontri e dibattiti in ambienti laici e religiosi. L'ultimo suo lavoro editoriale si intitola "Luci di verità In rete" Editrice Tau - Analisi di tweet sapienziali del teologo mons. Costantino Di Bruno. Conduce su Tele Padre Pio la rubrica culturale - religiosa "Troppa terra e poco cielo".

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