“L’amore cambia tutte le cose”

Storie di vita e di maternità tra nascite e interruzione della gravidanza

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di Antonio Gaspari

ROMA, lunedì, 18 luglio 2011 (ZENIT.org).- Dieci storie vere di mamme che si dibattono se accettare la gravidanza o interromperla, raccontate in un libro.

Si tratta del saggio “L’amore cambia tutte le cose” scritto da Antonella Diegoli, presidente di Federvita dell’Emilia Romagna, e appena pubblicato dalle edizioni Interlinea

Arricchito dalle note di Gianni Mussini ed Eugenia Roccella, il ricavato dei diritti d’autore del libro della Diegoli verrà devoluto al Progetto Gemma (http://www.mpv.org/pls/mpv/consultazione.mostra_pagina?id_pagina=44), un servizio per l’adozione prenatale a distanza di madri in difficoltà.

Attraverso questo servizio e con un contributo minimo mensile, si può adottare per 18 mesi una mamma e aiutare così il suo bambino a nascere.

Finora il progetto Progetto Gemma ha aiutato a nascere circa 14.000 tra bambini e bambine.

Per meglio conoscere il contenuto e le finalità del libro, ZENIT ha intervistato l’autrice Antonella Diegoli.

Di che cosa parla il libro?

Diegoli: Parla di maternità, accolta o negata. Storie di donne che hanno in comune l’esperienza del portare la vita in grembo, storie difficili, non tutte a lieto fine, ma reali.

Perchè ha sentito la necessità di scriverlo?

Diegoli: In questi anni di volontariato per la vita ho conosciuto persone e incontrato storie che davano valore al mio impegno per il solo fatto di esistere: loro erano reali, appartenevano alla vita vera e io ne traevo vantaggio perché mi trovavo a parlarne, magari a convegni o in altri colloqui per situazioni simili. Quando la mia vita ha subito una pausa forzata – a causa di un banale incidente sugli sci – ho avuto il tempo di scrivere di loro, una sorta di tributo a quel mondo fatto di dolore ma anche di mistero e di gioia profonda.

Che cosa pensa di comunicare ai lettori?

Diegoli: Vorrei che questo piccolo libro potesse servire ad avvicinare al tema della maternità con cuore sincero, senza ideologia, senza ipocrisia: potersi porre tutti, uomini e donne, con verità e silenziosa partecipazione, davanti al mistero più grande del quale tutti siamo parte. Dice Simone Weil nel suo libro “L’ombra e la grazia” : La meditazione sul caso che ha fatto incontrare mio padre e mia madre è ancor più salutare di quella sulla morte. C’è forse una sola cosa in me che non abbia la sua origine in quell’incontro? Solo Iddio. E anche la mia idea di Dio ha origine in quell’incontro. E poi vorrei che potesse servire ai giovani e alle ragazze nel loro cammino di vita, che agisse come una sorta di input alla riflessione, caso di necessità.

Quale dei dieci frammenti di storie che racconta considera più significativo e perchè?

Diegoli: Certamente il primo perché c’è racchiusa la storia di un’amica carissima che è arrivata a distruggere se stessa, spinta da un aborto. Glielo dovevo: parlare di lei per aiutare le altre donne a non arrivare a quel dolore. Scritto quello, poi sono arrivata a tutti gli altri.

La Camera dei Deputati ha appena votato la legge contro l’eutanasia. Qual è il suo parere in proposito?

Diegoli: Ho sofferto quando è morta Eluana. Ho assistito mia madre l’ultima settimana della sua vita e so cosa significa vedere una persona soffrire la fame e la sete. Credo che giustizia sia fatta, credo che finalmente i nostri politici abbiano trovato il coraggio di alzarsi in piedi, come Giovanni Paolo II ci chiese di fare ogni volta che la vita è minacciata:

Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata…
Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita.
Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l’autorità di distruggere la vita non nata…
(…) Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti vengono abbandonati in solitudine e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto.

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ZENIT Staff

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