L'aiuto di ACS: una sfida, un esempio ed una risorsa preziosa

Il rapporto annuale 2011 della Fondazione di Diritto Pontificio: 82,1 milioni di euro di offerte ricevute

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ROMA, lunedì, 2 luglio 2012 (ZENIT.org).- Oltre 82 milioni di euro raccolti, nonostante la crisi. Nel 2011 i 17 uffici nazionali di Aiuto alla Chiesa che Soffre ed il quartier generale di Königstein in Germania hanno inevitabilmente risentito del difficile momento economico – le donazioni sono inferiori di 4,8 milioni rispetto al 2010 – ma sono comunque riusciti a raccogliere le offerte necessarie a finanziare 4.634 progetti in 145 Paesi. «I nostri sforzi si sono concentrati soprattutto in Africa e Medio Oriente – sottolinea Johannes Heereman von Zuydtwyck, presidente esecutivo di ACS – aree che tuttora rimangono di grande criticità».

Le donazioni sono state suddivise tra i diversi settori d’intervento: aiuti all’edilizia 29,3%, intenzioni di Sante Messe 15,2%, aiuti pastorali 12,9%, formazione teologica 10,9%, catechesi 9,7%, apostolato mediatico 8,4%, motorizzazione 5,1%, apostolato biblico 4,4%, sostentamento 2,8%, aiuti d’emergenza 1,3%. L’aiuto ai rifugiati è stato di circa 110mila euro.

«Grazie alla vostra generosità – informa la responsabile internazionale della sezione progetti di ACS, Regina Lynch – abbiamo riparato o costruito 476 chiese, 37 seminari e 191 conventi. Tra questi la chiesa e il centro diocesano di Teheran in Iran e la casa delle suore Clarettiane che a Gokwe, in Zimbabwe, gestiscono l’ospedale locale».

Un grazie doveroso quello rivolto ai 600mila benefattori di ACS che con l’elevazione a Fondazione pontificia – voluta da Benedetto XVI lo scorso dicembre – hanno ora una garanzia in più: «le strutture create con il nuovo statuto – spiega il barone Heereman – ci permetteranno di utilizzare il vostro aiuto molto più rapidamente».

Africa, America Latina, Asia ed Europa dell’Est. «In tutto il mondo assistiamo i cristiani che soffrono la persecuzione – afferma il direttore di ACS-Italia Massimo Ilardo – persone che hanno le mani vuote ma il sorriso pieno di speranza». I benefattori italiani hanno risposto numerosi alla campagna di Natale 2011 in favore dei fedeli perseguitati in Iraq. E hanno aderito con entusiasmo anche alla costruzione di un monastero per le Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento a Kagugu, nell’arcidiocesi di Kigali in Rwanda: la raccolta più cospicua dell’anno della sede italiana.

«La Chiesa però soffre anche davanti alla nostra porta di casa», aggiunge Ilardo ricordando l’impegno della Fondazione pontificia per la nuova evangelizzazione. Ecco perché nell’estate del 2011 ACS ha finanziato gli oltre 700mila Youcat, il sussidio al catechismo regalato dal Santo Padre a tutti i ragazzi che hanno partecipato alla Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid.

L’impegno di Aiuto alla Chiesa che Soffre è stato premiato con numerosi ringraziamenti da tutto il mondo, in particolare da quei Paesi che più hanno beneficiato del supporto dell’Opera. Come l’Ucraina in cui nel 2011 sono stati finanziati progetti per quasi 5milioni di euro. «La vostra missione costituisce una sfida e un esempio – scrive monsignor Mieczysław Mokrzycki, arcivescovo di Leopoli – che dà forza alla nostra opera pastorale e stimola nei fedeli una grande fiducia, anche in un momento difficile come quello che stiamo vivendo. Vi ringrazio moltissimo per quanto avete fatto per noi e per l’attenzione e la considerazione alle nostre richieste».

Dall’India – dove lo scorso anno la Fondazione ha donato oltre 4milioni e 200mila euro – il cardinale Telesphore Toppo, arcivescovo di Ranchi e presidente della Conferenza episcopale indiana, ricorda il suo primo incontro con ACS. Nel 1978, da vescovo di Dumka, aveva urgenza di completare la costruzione della residenza episcopale prima dell’arrivo della stagione dei monsoni. «Non dimenticherò mai la gentilezza e la generosità con cui siete venuti in mio soccorso. E da allora, in questi 33 anni, ho sempre trovato nell’Opera aiuto e comprensione».

Molti dei vescovi sono grati alla Fondazione pontificia per le intenzioni di Sante Messe – 1.189.916 quelle distribuite solo nel 2011 – spesso l’unica fonte di sostentamento di cui dispongono i sacerdoti delle loro diocesi. «Siamo profondamente in debito con voi per questo dono d’amore», scrive un vescovo birmano che preferisce rimanere anonimo. La Chiesa del Myanmar ha ricevuto oltre un milione di euro lo scorso anno, tra cui molte intenzioni: «un dono che permette ai nostri sacerdoti di attuare i programmi e soddisfare i diversi bisogni delle loro parrocchie e missioni».

E non poteva mancare una voce dal più giovane degli stati che solo il 9 luglio 2011 ha conquistato l’indipendenza: il Sud Sudan. «Siamo felici d’aver collaborato con voi in passato e vogliamo continuare a farlo in futuro, con questa nuova nazione», ringrazia il vescovo di Tombura-Yambo, monsignor Eduardo Hiiboro Kussala. Nel 2011 ACS ha realizzato progetti a sostegno della Chiesa sudanese e sud-sudanese per circa un milione e 150mila euro e già a fine 2011 molti benefattori italiani hanno sostenuto la manutenzione di alcune Chiese tra cui quella di Mupoi, proprio nella diocesi di Tombura-Yambo. «Dobbiamo ancora far fronte a sfide enormi, ma finalmente abbiamo un po’ di pace. Aiuto alla Chiesa che Soffre, con il grande sostegno alle Chiese di entrambi i Sudan, è tra coloro che più di tutti hanno contribuito al raggiungimento di questa pace: siete una risorsa preziosa per tutti noi».

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ZENIT Staff

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