L'abito adatto per la festa

Med

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Lettura

«Che cosa intendiamo noi per regno di Dio?», si chiedeva il Catechismo maggiore di Pio X (1905). E rispondeva: «Per regno di Dio intendiamo un triplice regno spirituale; cioè il regno di Dio in noi, ossia il regno della grazia; il regno di Dio in terra, cioè la santa Chiesa cattolica; e il regno di Dio nei cieli, ovvero il paradiso» (n. 293). Ecco la trascrizione catechistica del Vangelo di oggi, che configura cristianamente il “regno di Dio”. Bisogna pensare ad esso come a una festa di nozze, preparata da un re per suo figlio. Ad essa possono intervenire soltanto degli invitati che ne siano degni. 

Meditazione

Per un israelita, l’immagine della festa di nozze richiama alla mente uno dei libri più belli della Bibbia, che sarà ben noto anche ai mistici cristiani: il Cantico dei cantici. Le poesie di questo libro, infatti, sono originariamente dei canti d’amore, forse previsti per una festa nella quale venivano esaltate la bellezza e la gioia dell’amore coniugale. Tuttavia, la festa della parabola, pur essendo un evento riguardante gente di rango (si celebrano le nozze del figlio di un re) e pur essendo stata preparata a  dovere (buoi e animali ingrassati, già nei vassoi sulle tavole imbandite), non trova  risposta da parte degli invitati. Nella cultura ebraica ogni festa matrimoniale era una festa di amicizia, di gioia e di pace; tanto più un matrimonio regale! In modo ben strano, invece, i banditori di questa parabola, mandati a cercare invitati, trovano  indifferenza e rifiuti. C’è addirittura qualcuno che  insulta ed uccide i messi del re. E così, quella festa di nozze – che raffigura il regno nuovo annunciato da Gesù, e che la Chiesa sta continuando ad edificare – non sarà più ristretta a pochi, ma viene definitivamente spalancata a molti, a tutti gli esseri umani. Vi entrano, però, soltanto coloro che si riconosceranno bisognosi della salvezza, cioè prima i poveri e i peccatori e, più tardi, gli stessi non credenti. La condizione necessaria e sufficiente – evidente simbolo della grazia del Battesimoe della verità di Cristo Gesù – è avere l’abito adatto: tutti possono entrare in pace e amicizia, senza preferenze di sesso, di stirpe o di censo, e neppure di fede. Non aveva, forse, già profetizzato Ezechiele che gli invitati sarebbero stati radunati da ogni terra? 

Preghiera

O Signore, tu non deludi la nostra gioia, perché l’amore di Dio è stato effuso nei nostri cuori. Noi vogliamo implorare il tuo aiuto divino, soprattutto per gli sposi: attingano, nell’eucaristia, alla sorgente della grazia e della carità; e se il peccato facesse ancora presa su di loro, non si scoraggino.

Agire

Ricordando il Battesimo, aspergerò con acqua pura le mie intenzioni, ricorrendo con fiducia al sacramento della Riconciliazione, per esser purificato da tutti i miei idoli.

*

Meditazione del giorno a cura di monsignor Vincenzo Bertolone, arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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