"Keeper". Paternità e bisogno d’amore nell’adolescenza

Presentato in anteprima mondiale al Festival del Film di Locarno Keeper, opera prima del regista Guillaume Senez

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Maxime è un quindicenne, promettente portiere di una squadra di calcio, che vive la propria adolescenza con passione e vitalità. Un giorno riceve una telefonata dalla fidanzata Mélanie, anche lei quindicenne. Convinto che si tratti di una consueta chiamata per organizzare una passeggiata o un incontro tra amici, Maxime rimane sconvolto quando lei gli confessa di essere incinta. Famiglie, medici, società… tutto diventa per loro un ostacolo, ancor di più quando prendono la decisione più coraggiosa che esista: tenere il bambino.

Keeper è il film di debutto del regista franco-belga Guillaume Senez, presentato in anteprima mondiale al Festival del Film di Locarno nella sezione Cineasti del presente.

Numerosi sono i film che raccontano l’adolescenza, ma troppo spesso sono il mezzo per veicolare ideologie, critiche o denunce. Keeper invece è un sublime e disincantato racconto che, con approccio realista, narra l’adolescenza e i problemi morali ad essa legati, senza cadere nella trappola del sentimentalismo. Per far questo adotta un punto di vista inconsueto e innovativo: l’attesa vissuta dal padre, la gravidanza osservata come paternità e non come maternità.

Senza avere la pretesa di giudicare, di stabilire cosa è giusto e cosa è sbagliato, la pellicola di Senez mira ad una totale empatia con pubblico e in particolar modo con i giovani, che hanno la possibilità di immedesimarsi con i due protagonisti e confrontarsi con il difficile tema della scelta.

Maxime infatti non è altro che un giovane uomo che rivendica il proprio posto nel mondo, il proprio potere decisionale, desideroso di non essere influenzato dalla famiglia o dalle sovrastrutture della società contemporanea.

Sa di non essere pronto, sa che andrà incontro a tremende difficoltà… Ma quel ruolo di padre, specchio di una ricercata emancipazione, ormai lo sente suo, nel profondo del cuore, e lotterà contro tutto e tutti per rivendicarlo, con quell’energia che solo un adolescente può mettere in campo.

Il desiderio di paternità però si scontra con l’impossibilità di decidere posta dalla legge, la quale lo obbliga a farsi da parte e lasciare unicamente alla madre del bambino il diritto di scegliere. Con un ritratto intenso e a tratti violento dell’adolescenza, Senez ha realizzato un film commovente e affascinante in cui le azioni e le emozioni dei due giovani protagonisti sono il riflesso del loro mondo interiore, nascondendo dietro la maschera della fragilità un incontentabile bisogno d’amore.

Si può approvare o discutere la scelta dei giovani protagonisti, ci si può relazionare con la storia a seconda del proprio vissuto e del proprio bagaglio culturale, ma di certo sarà difficile rimanere indifferenti alla sensibilità e alla poetica di questa pellicola, impregnata di naturalismo e mai artificiosa, in grado di fondere abilmente realismo cinematografico ed estetica sublime.

Essenziale è il contributo della fotografia, emozionante nei suoi punti più alti, e l’interpretazione dei due protagonisti: Kacey Motett Klein e Galatea Bellugi, rispettivamente Maxime e Mélanie, colpiscono per la loro bravura ma soprattutto per la loro spontaneità, riuscendo a trasporre quel realismo e quell’autenticità con cui Senez ha voluto permeare l’intero film.

Amore, passione, scelta, fragilità, irresponsabilità ed incoscienza che porta ad una responsabilità forzata… tutto questo è il mondo dell’adolescenza, dove bellezza e complessità diventano sinonimi e non aggettivi contrapposti… Tutto questo è Keeper.

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Gianluca Badii

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