Jurassic World: il ritorno dei dinosauri

Un intrattenimento di buon livello che non chiede nemmeno di spegnere il cervello

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A vent’anni dalla tragedia che lo aveva fatto chiudere, il parco dei dinosauri ha riaperto, più spettacolare e ambizioso che mai, grazie all’investimento di un ricco indiano che sulla carta vuole dare a tutti la possibilità di rendersi conto della piccolezza dell’uomo rispetto alla natura, ma forse nasconde meno limpidi accordi con l’esercito per l’utilizzo dei “mostri” a scopi militari.

Come prevedibile, proprio quando al parco sono in visita i due nipoti di Claire, la manager incaricata di gestire il parco, la nuova attrazione, un dinosauro geneticamente modificato, sfugge al controllo e comincia a seminare morte sull’isola. L’unico che può fermare il dinosauro assassino è Owen, ex marine incaricato di addestrare una squadra di pericolosi velociraptor, un’arma pericolosa da usare nella lotta per la sopravvivenza…

Emblema del popcorn movie anni ’90, la saga di Jurassic Park inaugurata nel 1993 da Steven Spielberg tenta un rilancio dichiarando apertamente il suo essere una ripresa potenziata del film originale: come i dinosauri devono essere più grandi, più pericolosi e “più fighi”, così il film, di cui sono protagonisti incontrastati insieme a una manciata di esseri umani che rispettano (senza che questo disturbi) gli archetipi del genere.

Ecco così la manager workaholic, che cerca di controllare tutto ma si perde i nipoti (faticando a nascondere l’attrazione per il rude addestratore di dinosauri), lo scienziato spregiudicato e il manager finto filantropo, il solito militare senza scrupoli e i ragazzini di cui sopra, uno adolescente dagli ormoni in subbuglio e l’altro più piccolo e pauroso.

Sono loro che ci conducono oltre le porte del parco giurassico (in cui non mancano le citazioni al predecessore, che sono contemporaneamente rivolte ai personaggi e al pubblico del film), alla scoperta di “esperienze” ancora più sorprendenti… Ormai i dinosauri non si guardano più da lontano, ma si toccano, si cavalcano, si nutrono sotto i nostri e loro occhi, anche grazie a un buon 3D al servizio del racconto.

Il punto di vista sulla vicenda (di questo film come di tutta la saga) resta quello dello Spielberg originale: i pericoli della scienza senza controlli (che come spesso accade viaggia a braccetto con lo spirito militarista più brutale) non tolgono il gusto dell’avventura e la meraviglia nei confronti di queste creature antiche capaci di incantare bambini e adulti sul grande schermo (e grazie a un meticoloso merchandising anche fuori dalle sale).

La regia di Trevorrow sottolinea a dovere i momenti di “paura” (il conto dei morti è piuttosto alto e c’è da dire che alcune uccisioni fanno una certa impressione) senza farci perdere gli intermezzi comico-sentimentali tra Pratt (dopo I guardiani della galassia nuovo eroe d’azione con il gusto per la battuta) e la Dallas Howard, o quelli familiari tra i due giovanissimi.

Del resto la famiglia (in pericolo per il divorzio dei genitori forse più che per l’attacco dei rettiloni) resta il valore centrale da difendere, anche quando si allarga alla “squadra” dei velociraptor, pericolosissimi (lo sappiamo bene dagli scorsi film al punto da poter prevedere le loro mosse) ma non per questo meno degni di rispetto.

La relazione tra Owen l’addestratore e i suoi dinosauri è forse una delle cose migliori del film, occasione di ironia, ma anche di conflitti etici non banali, nonché origine delle svolte più interessanti della storia.

Insomma, questo Jurassic World non passerà forse alla storia come pietra miliare del cinema, ma rappresenta a tutti gli effetti un ottimo investimento sia per chi lo ha prodotto che per chi ne fruisce, sicuro di trovare un intrattenimento di ottimo livello che non chiede nemmeno di spegnere il cervello.

***

Titolo Originale: Jurassic World

Paese: USA

Anno: 2015

Regia: Colin Trevorrow

Sceneggiatura: Jaffa, Amanda Silver, Derek Connoly e Colin Trevorrow

Durata: 124

Interpreti: Chris Pratt, Bryce Dallas Howard, Vincent D’Onofrio, Omar Sy

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Luisa Cotta Ramosino

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