«Itinerari dello smarrimento»

Nel volume edito dalle Edizioni Ares, un matematico di successo indaga la crisi spirituale dell’uomo di oggi

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La nostra vita assomiglia sempre più a una semplice carrellata di emozioni senza senso. Le domande di fondo sull’esistenza autentica scompaiono dall’orizzonte.  Forse, l’unica via di uscita a questa crisi incomprensibile è di rifare il cammino da capo. In questa appassionata ricerca sulle cause del disorientamento spirituale dell’uomo moderno, Olivier Rey, brillante matematico, docente alla Sorbona, riscopre il valore della scienza come una straordinaria impresa metafisica.

I CONTENUTI                                                                               

Gli obiettivi che la scienza moderna agli inizi si è posta erano «grandiosi»: essere la vera filosofia, che rivelava il mondo com’è realmente, alleviare le fatiche degli uomini, rendendoli padroni della natura, e renderli felici, insediandoli nel posto che spetta loro nel creato. Anche il suo procedere dal Seicento a oggi è stato apparentemente un grande successo, ma di fatto si è tradotto in un «itinerario dello smarrimento», che ci ha condotti all’insignificanza. Questa è la tesi provocatoria, ma purtroppo ben motivata, che scaturisce dall’analisi della scienza moderna dipanata in questo consistente saggio da Olivier Rey, matematico e filosofo, perciò esperto conoscitore dall’interno del mondo scientifico dei temi che affronta. Ripercorrendo il cammino della scienza nelle sue tappe più rilevanti, come la matematizzazione della natura e l’adozione del metodo sperimentale, Rey evidenzia come il soggetto (divino e umano) sia svanito nel processo di oggettivazione del reale e anche l’oggetto sia poi stato risolto negli schemi e parametri in funzione dei quali è spiegato il suo comportamento nelle diverse circostanze. Così, gli interrogativi filosofici sul mondo sorti sin dall’antichità non possono più essere posti, perché non ci sono più azioni libere: ciò che l’uomo credeva di trarre dalla propria interiorità non è che il risultato di processi anonimi che lo determinano interamente. Bisognerebbe compiere, conclude Rey, un «passo di lato», ritrovando nella cultura la mediazione tra il soggettivo e l’oggettivo, ma la scienza si oppone, perché la cultura implica l’inscrizione in un contesto storico-sociale, mentre è proprio nell’oblio del suo passato che la scienza progredisce più in fretta.

L’AUTORE

Olivier Rey (1964) si è laureato al Politecnico di Parigi, ha ottenuto un Dottorato in Matematica, è entrato nel Cnrs nel 1989 ed è docente di Filosofia all’Università Panthéon-Sorbonne. Nel 2006 ha pubblicato il saggio Une folle solitude. Le fantasme de l’homme auto-construit (Seuil, Paris).

DATI TECNICI

«Itinerari dello smarrimento». E se la scienza fosse una grande impresa metafisica?, di Olivier Rey 
Collana «Faretra»
Pp. 320  
Euro 15,90

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ZENIT Staff

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