View of the Supreme Court Building in Jerusalem. Israel

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Israele. Via libera Corte Suprema a costruzione “Muro separazione” a Cremisan

Il vescovo Shomali: “Il drastico cambiamento può essere una reazione al recente riconoscimento dello Stato di Palestina dalla Santa Sede”

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Con un pronunciamento per molti versi sorprendente, la Corte suprema d’Israele ha dato il via libera ieri alla costruzione del “Muro di separazione” tra Stato ebraico e Palestina nel tratto che attraversa la valle di Cremisan, secondo l’intento da sempre perseguito dal Ministero israeliano della difesa.

Tale nuova disposizione contrasta con un precedente pronunciamento, espresso dallo stesso supremo organo giudiziario dello Stato d’Israele, che all’inizio di aprile aveva emesso una sentenza – presentata come definitiva dopo un contenzioso durato quasi otto anni – con cui si bocciava il percorso del Muro proposto da esercito e Ministero della difesa israeliani, e si invitavano le autorità militari israeliane a trovare alternative meno devastanti per la popolazione locale. 

In realtà, la ripresa dei lavori autorizzata dalla Corte prevede solo una lieve variante rispetto ai percorsi del tracciato del Muro previsti in precedenza. In base alle nuove disposizioni, la scuola e i due conventi salesiani che sorgono nell’area verranno a trovarsi ancora in territorio palestinese, accessibili dalla città di Beit Jala, mentre il Muro ingloberà nella parte israeliana i fondi agricoli della valle di Cremisan appartenenti a 58 famiglie palestinesi della zona. 

“Siamo sorpresi per l’incredibile decisione della Corte che autorizza i lavori senza più ammettere ricorso e cerchiamo di capire le ragioni di questo fatto”, commenta all’agenzia Fides mons. William Shomali, vicario del Patriarcato latino di Gerusalemme. “Il drastico cambiamento rispetto al pronunciamento precedente può essere una reazione davanti al recente riconoscimento ufficiale dello Stato di Palestina da parte della Santa Sede – aggiunge -. Non c’erano state grandi reazioni formali a quel riconoscimento. Adesso abbiamo la sensazione che, come in altri casi, la risposta sia arrivata con la politica dei fatti compiuti”.

“L’impressione – sottolinea poi il vescovo – è che non si sia mai davvero rinunciato ad appropriarsi di quei terreni di Cremisan, per avere un’area in cui poter allargare gli insediamenti israeliani di Gilo e Har Gilo, costruiti anche essi su terre sottratte alla città palestinese di Beit Jala. Questa era l’intenzione fin dall’inizio, l’obiettivo a cui si mirava, e a questo si vuole arrivare a ogni costo”. 

La valle di Cremisan – spiega Fides – rappresenta il “polmone verde” principale per la popolazione che vive nell’area di Betlemme. Il tracciato del Muro di separazione voluto da Israele, dopo aver tagliato il territorio, ora si appresta a devastare quella zona, conosciuta come uno degli ambienti naturali più belli di tutta la Terra Santa.  

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ZENIT Staff

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