Mural of victims of Bloody Sunday

WIKIMEDIA COMMONS

Irlanda. Soldato arrestato per il Bloody Sunday

Dopo oltre 40 anni dall’assassinio di 14 manifestanti cattolici, la polizia per la prima volta arresta un parà britannico che sparò sulla folla

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Ci sono pagine di storia ingiallite che ogni tanto emergono dall’oblio. Come quella che giunge in queste ore dall’isola d’Irlanda. Era il 30 gennaio 1972 quando a Derry, in Irlanda del Nord, dei parà britannici spararono su una folla di partecipanti a una manifestazione pacifica da parte di repubblicani cattolici. Il bilancio fu di 14 morti. L’episodio fu battezzato con l’evocativo nome di Bloody Sunday (Domenica di sangue), a cui il celebre gruppo musicale degli U2 ha dedicato una canzone di successo.

Oggi, dopo oltre 40 anni, la polizia ha effettuato per la prima volta un arresto. L’uomo fermato dalle forze dell’ordine, identificato soltanto con l’iniziale J, è un ex-paracadutista 66enne, accusato di omicidio per la morte di quattro persone. La notizia ha provocato qualche polemica nel mondo politico britannico. Peter Mandelson, ex consigliere di Blair, ha commentato che arresti simili contribuiscono a mantenere la pace in Nord Irlanda “fragile”. Altri polemizzano inoltre perché, mentre gli ex-combattenti dell’Ira (Irish Republic Army, ndr) hanno ricevuto l’amnistia, vengono perseguitati i militari.

Ma non mancate nemmeno sul versante repubblicano cattolico le polemiche intorno all’inchiesta sul Bloody Sunday (che ha preso il via dopo il rapporto guidato da Lord Mark Saville, il quale stabilì come tutte le vittime furono uccise senza alcuna giustificazione). La polizia, infatti, ha dovuto subire molte critiche per aver fatto passare molti mesi prima di eseguire degli interrogatori.

A proposito di interrogatori, il parà arrestato nelle scorse ore avrebbe mentito, sulle circostanze del Bloody Sunday, sostenendo che le quattro persone da lui uccise facevano parte di un gruppo che scagliava bottiglie incendiarie e sparava colpi di pistola contro l’esercito, mentre risulta che le sue vittime fossero inermi. L’inchiesta definisce “ingiustificato e ingiustificabile” il comportamento del parà.

L’ufficiale che guida l’indagine, l’Ispettore Capo Ian Harrison, ha detto che il fermo “segna una nuova fase nell’indagine complessiva, che proseguirà per diverso tempo”.

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ZENIT Staff

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