Iraq, nasce un gruppo armato di resistenza contro i jihadisti

Si chiama “Brigate Mosul”. Il vescovo caldeo di Mosul smentisce intanto le notizie sulle distruzioni di chiese cristiane

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Nessuna chiesa distrutta a Mosul. Lo afferma il vescovo caldeo della città irachena, mons. Amel Shimon Nona, che all’Agenzia Fides smentisce gli annunci circolati nei giorni scorsi su internet secondo cui i jihadisti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante avrebbero demolito edifici sacri cristiani. Gli unici casi di distruzioni finora accertati riguardano alcune moschee, come quella del profeta Giona, fatta saltare in aria lo scorso 24 luglio.

“Alcune chiese e alcuni edifici appartenenti alle chiese e alle comunità cristiane sono state occupati – afferma il vescovo caldeo – ma finora non ci sono state distruzioni”. Mons. Nona si dice inoltre “inquietato” dall’idea che “le sofferenze e i problemi dei cristiani dell’Iraq e del Medio Oriente in questo momento così travagliato possano diventare pretesto di operazioni allarmistiche e di propaganda, evidentemente interessate a raggiungere altri scopi”.

Sofferenze e problemi a cui i cristiani dell’Iraq hanno deciso di far fronte dando vita a un movimento locale di resistenza. Secondo testimonianze locali raccolte da Fides, nell’ultimo fine settimana almeno 5 jihadisti sarebbero stati uccisi in esecuzioni mirate eseguite da gruppi di giovani organizzatisi in gruppi armati di resistenza per contrastare il regime imposto dagli islamisti. Il nome del gruppo sarebbe “Brigate Mosul”.

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ZENIT Staff

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