Iraq: cristiano rifiuta di convertirsi all'Islam e viene torturato e ucciso

Salem Matty Georgis risiedeva ancora a Bartalah a causa di una malattia che aveva impedito di emigrare dopo l’assalto dell’Isis. Recluso in casa per settimane, era uscito ieri per cercare cibo e acqua ma ha trovato la morte

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Ancora una volta la terra irachena è stata bagnata da sangue cristiano. Fonti locali di Bartalah, città a a maggioranza siriaca della piana di Ninive occupata da settimane dai fondamentalisti sunniti, informano che i terroristi hanno torturato e ucciso ieri uno degli ultimi uomini di fede cristiana rimasti in città. Si tratta di Salem Matty Georgis, 43 anni, morto in seguito a percosse e torture fisiche da parte dei militanti dell’Isis dopo aver rifiutato di convertirsi alla religione islamica.

Come riferito da uno dei familiari al sito Ankawa.com, l’uomo soffriva di una malattia di cuore che non gli ha permesso di lasciare la città con la sua famiglia dopo l’occupazione dello Stato islamico dello scorso 7 agosto. Così è rimasto bloccato a Bartalah e non ha lasciato la sua casa per oltre tre settimane nutrendosi delle poche provviste rimaste.

Tutto fino a ieri, lunedì 1° settembre, fino a quando, cioè, la fame e la sete lo hanno costretto ad abbandonare la propria abitazione per andare in cerca di cibo e di acqua. Sulla strada principale della città, però, Salem si è imbattuto in una pattuglia dell’Isis appostata di fronte alla chiesa di Maria Vergine. L’uomo viene prima arrestato, poi i miliziani cercano di costringerlo a convertirsi all’Islam. Al netto rifiuto del cristiano, iniziano quindi a picchiarlo e torturarlo fino a procurargli la morte con le loro stesse mani.

Il corpo è stato abbandonato dagli assassini sul posto; sono stati poi alcuni arabi ancora residenti in città a trovarlo e seppellirlo. Le cerimonia funebre e le preghiere per l’anima di questo moderno martire – riferisce ancora Ankawa.come – si terranno venerdì prossimo ad Ankawa, nella Chiesa ortodossa siriaca di Alnoor. 

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ZENIT Staff

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