Iraq chiede aiuto al mondo: "Aiutateci a combattere l'Is"

L’appello lanciato dal presidente del Consiglio dei rappresentanti iracheni, Salim Al-Jubouri, ospite a Montecitorio. I miliziani chiudono diga di Ramadi e lasciano senz’acqua la provincia di Anbar

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È di nuovo crisi umanitaria a causa di una contromossa dello Stato Islamico in Iraq. I miliziani hanno chiuso le condotte della grande diga di Ramadi, città a sud ovest del paese caduta nelle loro mani a metà maggio, privando di acqua tutta la provincia di Anbar, specie i villaggi di al Habbaniyah e al Khalidiya. Il timore è che i jihadisti abbiano prosciugato il corso per effettuare nuove incursioni.

Intanto a Bagdad 11 persone sono rimaste uccise in una serie di attentati che hanno provocato decine di feriti. A nord, invece, nella località di Hajiwa, 70 persone sono morte per un raid della coalizione internazionale, che ha condotto azioni anche nel resto dell’Iraq e in Siria, dove la situazione si aggrava ogni giorni di più, soprattutto nella zona nord.

Fonti militari parlano di circa 22 raid aerei della coalizione in meno di 24 ore, che hanno causato decine le vittime. Le stesse fonti dichiarano inoltre che, in nove mesi di incursioni, sono oltre 10mila i jihadisti che hanno perso la vita. Da ricordare poi l’avanzata verso Samarra dell’esercito governativo e delle milizie sciite, il cui obiettivo è di riconquistare la strada verso Fallujah, roccaforte dell’Is collocata proprio nella provincia di Anbar. 

Nonostante tutto i miliziani non si danno per vinti, tanto che il presidente del Consiglio dei rappresentanti della Repubblica dell’Iraq, Salim Al-Jubouri, ha dovuto chiedere un più forte appoggio da parte della comunità internazionale per combattere questa minaccia che va avanti ormai da un anno. 

“Chiediamo che il mondo si schieri a nostro sostegno, perché combattendo l’Is stiamo difendendo l’intera umanità”, ha detto ieri a Montecitorio Al-Jubouri durante l’udienza con la presidente della Camera Laura Boldrini, rimarcando ancora una volta le difficili condizioni in cui versa il popolo iracheno a causa di “Daesh”, la parola araba per identificare sedicente Stato Islamico. 

 

 
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ZENIT Staff

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