Iraq, Al Abadi incaricato di formare il nuovo governo

Intanto proseguono i raid americani ma anche l’avanzata dell’Isis nel Nord. Un membro del Califfato: “Non abbiamo ancora dimostrato la nostra forza”

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Una via d’uscita alla morsa di terrore in cui è piombato, l’Iraq prova a crearsela con una soluzione politica. Il Presidente iracheno Fuad Masum, infatti, ha incaricato formalmente Haider Al Abadi di formare il nuovo Governo. Al Abadi, vicepresidente del Parlamento, è stato indicato anche dalla coalizione sciita che sosteneva il premier uscente Al Maliki. “Ora il Paese è nelle tue mani”, ha affermato il Presidente Masum nel dare l’incarico ad Al Abadi, il quale ha ricevuto anche il pieno sostegno statunitense. “Gli Stati Uniti sono pronti ad appoggiare un nuovo e inclusivo governo iracheno, soprattutto nella sua battaglia contro l’Isis”, ha affermato Brett Mcgurk, il diplomatico del Dipartimento di Stato americano incaricato per l’Iraq.

Battaglia contro lo Stato islamico dell’Iraq e del Levante che gli Stati Uniti stanno portando avanti con i raid iniziati tre giorni fa. Il problema è ora anche quello di evacuare le migliaia di sfollati e proseguire nei bombardamenti delle postazioni occupate dai jihadisti.

Postazioni che rischiano presto di aumentare. I miliziani dell’Isis stanno infatti avanzando nel nord dell’Iraq: poche ore fa hanno conquistato la città di Jalawla. Almeno 500 uomini appartenenti alla minoranza degli yazidi sono stati uccisi, mentre molte donne sono state rapite per esser usate come schiave. Circa 20 mila yazidi sono riusciti a fuggire alla ferocia jihadista, ma si trovano ora intrappolati da giorni sui monti di Sinjar, dove gli aerei americani hanno lanciato carichi di aiuti.

La minaccia dell’Isis nei loro confronti è ancora costante. In un’intervista uscita sul Corriere della Sera, Haji Othman, un rappresentante del Califfato, afferma: “Sino ad ora abbiamo utilizzato solo una minima parte delle forze che abbiamo a nostra disposizione. Voi non potete neppure immaginare quanto siamo forti”. Il miliziano dichiara inoltre che lo Stato islamico è disposto ad “accogliere come fratelli” i cristiani cacciati nella Piana di Ninive, a patto però che si convertano all’Islam”. “Se vogliono restare cristiani – ha aggiunto – devono pagare la jeziah (la tassa)”.

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ZENIT Staff

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