International Catholic Film Festival: il cinema che evangelizza

Intervista a Liana Marabini, presidente della manifestazione, al via a Roma dal 24 al 26 giugno, dedicata quest’anno a Kateri Tekakwitha, la prima Santa pellerossa

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Un Festival del film unico nel suo genere. Indipendente, internazionale, il cui obiettivo è “utilizzare il cinema come potente mezzo di evangelizzazione”, per dirla con le parole di Liana Marabini, fondatrice del Mirabile Dictu – International Catholic Film Festival.

In programma dal 24 al 26 giugno all’Auditorium della Conciliazione, a Roma, il Festival è dedicato quest’anno a Kateri Tekakwitha, la prima Santa pellirossa dichiarata venerabile già da Pio XII nel 1943, beatificata da Giovanni Paolo II nel 1980 e infine canonizzata da Benedetto XVI il 21 ottobre 2012. A ulteriore conferma dell’interesse per la Santa, verrà premiato il film di Matt Gallagher sulla sua vita (In Her footsteps: The story of Kateri Tekakwitha), mentre è previsto per novembre un evento collaterale al Festival, intitolato I Santi e i loro miracoli: Kateri Tekakwitha.

Perché dedicare la manifestazione a questa figura importante del cattolicesimo nord americano? “La scelta è dovuta a una mia devozione personale alla Santa”, racconta a ZENIT Liana Marabini, Presidente del Festival. “L’ho conosciuta quando è stata canonizzata e ho iniziato a leggerne la storia. Più leggevo, più mi affascinava”.

In effetti, il racconto della sua vita è molto particolare. Rimasta orfana a soli quattro anni, Kateri è segnata da piccola dalla stessa malattia che ha portato alla morte l’intera famiglia: la varicella, di cui lei stessa porta segni visibili e che l’ha resa quasi cieca. Giunta all’età di sposarsi, esprime il desiderio di conservare la sua verginità, perché sente una vocazione diversa da quella del matrimonio, anche se ancora non sa di che si tratta. “I padri gesuiti”, continua Marabini, “avevano una missione non lontano dalla sua tribù e si rendono conto della potenzialità spirituale di questa bambina”.

Padre Jacques de Lamberville la battezza dopo sei mesi di catecumenato; l’anno successivo, nel 1676, diventa religiosa e va presso la missione gesuita di San Francesco Saverio, a La Prairie. Muore a soli 24 anni con un viso che, dopo la morte, si riempie di luce. A questa Santa è attribuita la guarigione, nel 2006, di un bambino affetto da necrosi del viso, una malattia rarissima. “Mi piacciono molto le figure delle sante guaritrici, come per esempio Hildegard Von Bingen, i cui libri sul potere medicale di certe piante è estremamente attuale”.

Tornando al Festival, il filo conduttore dei film selezionati quest’anno è la fede, quasi un omaggio all’Anno della fede. E dire che non viene assegnato un tema intorno al quale sviluppare il film ma, come conferma la fondatrice, “è stata una coincidenza. Nella penultima selezione ci sono sempre 20-25 film per categoria e già in quello stadio ci si è accorti che quasi tutti i lavori parlavano di fede. Incredibile”.

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Laura Guadalupi

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