"Insieme per l'Europa" nei progetti dei suoi iniziatori

Le testimonianze dei rappresentanti dei Movimenti e delle Comunità cristiane che hanno promosso l’evento internazionale

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ROMA, venerdì, 4 maggio 2012 (ZENIT.org) – Riportiamo di seguito le testimonianze degli iniziatori dei Movimenti e delle Comunità cristiane su Insieme per l’Europa, il progetto internazionale che prenderà il via il prossimo 12 maggio e vedrà raccogliersi, in contemporanea a Bruxelles e in più di 130 città dell’Europa, persone di tutte le generazioni di oltre 300 realtà della Chiesa.

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Chiara Lubich, Movimento dei Focolari:

“Perché vogliamo fare questo? Perché noi amiamo l’Europa, ma la vediamo non come dovrebbe essere. Pensiamo infatti che anche se il processo di unificazione avverrà e per intero, l’Europa non sarà ancora quella che noi desideriamo. Mancherà a lei forse ciò che è più importante, proprio la parte spirituale”.

“Ogni movimento, comunità, opera, è una risposta alla notte collettiva che domina il mondo. E proietta una luce nata dallo Spirito Santo, che è risposta a quella particolare oscurità e costruisce reti di fraternità. Occorre, ora più che mai, allargare queste reti e, nell’amore reciproco, comporre una grande rete di fraternità universale”.

Helmut Nicklas, YMCA München:

“Ciò che abbiamo da dire non sono solo idee, ma fatti sperimentati e vissuti fra noi. Per questo vorrei dire che l’Europa può essere contenta di avere al suo cuore un popolo di Dio che da tempo sta attuando questa unione, questa cooperazione, questa comunione. Ne è nata una rete e siamo contenti di far diventare l’Europa una realtà, uno spazio in cui c’è la gioia di vivere”.

Andrea Riccardi, Comunità di Sant’Egidio:

“Insieme per l’Europa deve diventare nei paesi europei un movimento di sentimenti, di idee… perché una corrente di passione per l’unità travolga le rigidità e le frontiere. Non è una bella manifestazione, ma l’espressione di un destino che sentiamo come vocazione per noi cristiani, come chance per i nostri concittadini, come dono al mondo intero. E’ una corrente profonda della storia. E questa corrente, alla fine, sarà travolgente e coinvolgente”.

Gerhard Proß, Treffen von Verantwortlichen / YMCA Esslingen:

“Unità è possibile, unità è una realtà: lo sperimentiamo insieme. Gesù ha abbattuto le barriere, noi ci siamo trovati gli uni e gli altri, ci siamo capiti profondamente, dal di dentro e questa è per me lo cosa più grande. Naturalmente non ci si ferma a questa comunione, ma ci porta a Insieme per l’Europa, per la nostra società.”

Suor Anna-Maria aus des Wiesche, Fraternità di Cristo di Selbitz:

“Se scopriamo i valori di Dio, credo che tutto l’uomo potrà nuovamente respirare e anche tutta la società respirerà. E insieme rendere visibile questo spazio interiore, dove dimora Dio, e aiutare gli uomini a trovarlo”.

Michelle Moran, Sion Community/ICCRS:

“In Insieme per l’Europa non parliamo di ecumenismo, è una realtà che viviamo insieme. Dal punto di partenza dell’unità possiamo andare avanti… venendo da esperienze diverse, espressioni diverse, ma uniti per una missione comune, uno scopo comune che è dire all’ Europa: ‘E’ possibile vivere in unità, è possibile manifestare la riconciliazione ed è possibile far vedere che c’è vita e speranza per il nostro continente’ ”.

Christophe D’Aloisio, Syndesmos:

“Per me questi momenti sono come la faccia visibile dell’iceberg, questo corpo di Cristo presente nel mondo per dare un’anima, per essere il sale della terra”.

Gerard Testard, Fondatio:

“Stiamo percorrendo la strada aperta dai fondatori dell’Europa e da tutti quegli uomini che, nel corso della storia, hanno rifiutato la fatalità dei conflitti e si sono impegnati a far cadere le barriere. La vera sfida di oggi è il domani. Sapremo trasformare quest’impulso di fraternità in una realtà in grado di influire sul futuro dell’Europa?”.

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ZENIT Staff

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