Indonesia: attacco alle chiese cristiane

Funzionari delle Nazioni Unite condannano il crescente fanatismo religioso

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GIAKARTA, lunedì, 7 febbraio 2011 (ZENIT.org).- Le comunità cristiane in Indonesia informano di molteplici attacchi a chiese e luoghi di culto nel 2010, mentre i funzionari delle Nazioni Unite chiedono la fine della violenza settaria e delle leggi discriminatorie che portano a un conflitto tra le religioni.

Theophilus Bela, segretario generale dell’Indonesian Committee on Religion and Peace e presidente del Jakarta Christian Communication Forum, ha fatto parte di una delegazione che si è recata negli Stati Uniti il mese scorso per rendere nota la persecuzione contro i cristiani nel suo Paese.

La delegazione ha incontrato leader religiosi, membri del Governo della Casa Bianca, del Consiglio di Sicurezza Nazionale e del Dipartimento di Stato, funzionari delle Nazioni Unite.

Bela ha sottolineato che Navanathem Pillay, Alto Commissario per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, ha confermato che gli attacchi alle religioni minoritarie in Paesi come Egitto, Nigeria, Pakistan e Indonesia dovrebbero servire per risvegliare le autorità di ogni luogo per combattere il crescente fanatismo. Il compito di tutti i Paesi, ha indicato, è difendere la libertà religiosa sradicando la violenza settaria e le leggi discriminatorie che possono provocare conflitti.

Aggressioni

Tra gli attacchi ai luoghi cristiani di culto, Bela ha reso noto che la cappella cattolica di Cristo Re a Desa Blimbing è stata colpita da una bomba artigianale il 7 dicembre scorso. Una bomba dello stesso tipo è stata ritrovata in un santuario mariano a Prambanan alla fine di novembre.

La cappella cattolica di San Giuseppe a Pare è stata data alle fiamme il 12 ottobre scorso. L’11 settembre, un gruppo ha attaccato la parrocchia cattolica “Alleluya” a Tanah Grogot e ha rotto tutte le finestre.

Un gruppo di estremisti musulmani ha rotto il 7 maggio le finestre della St. Bellarminus Catholic School a Jatibening . Il giorno successivo gli aggressori sono tornati, ma la polizia è riuscita a evitare un’altra incursione.

L’ospedale cattolico Brayat Minula di Banjarsari è stato preso a sassate. Una finestra è stata rotta lo stesso giorno in cui il Cardinale Julius Darmaatmadja, ex Arcivescovo di Giakarta, compiva una visita in occasione dell’inaugurazione di un nuovo edificio della struttura.

Una cappella cattolica a Capar è stata minacciata il 18 febbraio da membri del Movimento Riformista Musulmano.

Alla chiesa cattolica di San Giovanni Battista di Parung è stato proibito di celebrare la Messa nella festa dell’Ascensione perché un religioso radicale del Consiglio degli Ulema musulmano parlava contro la chiesa.

Un altro religioso musulmano radicale ha chiuso l’accesso alla zona di costruzione della chiesa cattolica di Santa Maria Immacolata a Kali Deras, fermando i lavori.

Le autorità locali hanno chiuso un luogo di pellegrinaggio dei cattolici dedicato a Maria a Desa Jati Mulya per le proteste di alcuni musulmani del luogo.

Altre organizzazioni islamiche radicali hanno esercitato pressioni sulle autorità locali perché proibissero la Messa nel luogo di ritiro cattolico “Wisma Semadi Klender” a Giakarta, anche se il divieto è stato ritirato grazie all’intercessione di Bela.

Alcuni musulmani radicali hanno poi protestato nella rettoria della parrocchia cattolica Sacro Cuore di Maria Immacolata a Cicurug, e il pastore è stato costretto a firmare una lettera promettendo che la casa sarebbe stata usata come sua residenza e non come luogo di culto.

La cappella cattolica di Rancaekek della parrocchia di Santa Odilia a Cicadas è stata chiusa dalle autorità locali.

Le autorità hanno anche frenato la costruzione della chiesa cattolica di Santa Maria a Purwakarta per paura dei gruppi musulmani radicali.

Chiese protestanti

Il rapporto di Bela include attacchi a chiese cristiane protestanti durante lo scorso anno.

Ad esempio, figura la violenza esercitata contro la congregazione protestante Huria Kristen Batak di Pondok Timur, costretta a celebrare il servizio all’aria aperta dopo che le autorità avevano chiuso e sigillato la chiesa a luglio. La congregazione ha subito varie aggressioni durante i servizi domenicali, e il 12 settembre un gruppo di uomini su motociclette ha pugnalato un uomo di 50 anni e ha colpito il pastore alla testa.

Bela ha reso noto che cinque chiese protestanti sono state bruciate e demolite, includendo in alcuni casi le abitazioni dei pastori e dei lavoratori. Altre 10 chiese hanno subito attacchi con pietre e armi e minacce da parte di gruppi musulmani radicali. Altre 14 chiese sono state chiuse dalle autorità locali.

Il rapporto termina affermando che ci sono stati altri attacchi, ma non si dispone di dati sufficienti al riguardo.

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ZENIT Staff

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