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India. Suore Madre Teresa contro linee guida governo su adozione

Le Missionarie della carità bloccano le pratiche adottive in 15 orfanotrofi, come protesta ai nuovi orientamenti che consentono l’adozione anche a single o divorziati

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Le Missionarie della carità, l’ordine fondato da Madre Teresa di Calcutta, hanno deciso di bloccare le pratiche adottive in 15 orfanotrofi presenti in India, come protesta contro le nuove linee guida del governo che consentono l’adozione anche a single o coppie di divorziati. All’agenzia AsiaNews il card. Telesphore Toppo, arcivescovo di Ranchi, commenta: “La Chiesa cattolica in India deve occuparsi di questo problema delle linee guida. Io sostengo le sorelle missionarie. I bambini non sono oggetti; ognuno di loro è un dono prezioso di Dio. Le Missionarie della carità sono al servizio dei più vulnerabili e questi minori abbandonati non possono essere dati a qualsiasi genitore”.

La congregazione si occupa da sempre di assistenza morale e materiale per poveri, malati, bambini abbandonati, prostitute, handicappati. Il blocco delle adozioni è in vigore dall’1 agosto 2015, da quando i Nirmala Shishu Bhawans – gli orfanotrofi gestiti dalle suore – hanno interrotto ogni pratica. Veerendra Mishra, segretario dell’Autorità centrale per le adozioni, ha riferito al giornale The Indian Express che le norme più contestate sono quelle che prevedono l’adozione per genitori single o per le coppie in cui uno o entrambi i coniugi siano divorziati. Suor Bressila spiega ad AsiaNews: “Abbiamo fermato le adozioni, ma continueremo a seguire la missione e la visione di Madre Teresa. Noi abbiamo fiducia in Dio, che ci ispirerà su cosa fare. Continueremo ad occuparci dei bambini, ma non accettiamo le nuove regole”.

Durante una riunione dei ministri statali per lo sviluppo delle donne e dei bambini, Maneka Gandhi, ministro per l’Unione, da detto: “Il lavoro delle Missionarie è importante, stiamo cercando di convincerle a ripensarci”. Il card. Toppo aggiunge: “Le Missionarie di Madre Teresa hanno una radicata responsabilità materna nei confronti dei bambini. Esse si assicurano che i piccoli crescano in un buon ambiente familiare e abbiano un futuro gioioso – così come farebbero i genitori biologici. La loro coscienza suggerisce che è sbagliato seguire le regole del governo. Quando noi accogliamo dei bambini, siamo anche responsabili per il loro futuro. I bambini non sono delle merci”.

Il porporato conclude: “Quello della cura dei bambini abbandonati è un aspetto molto importante per la missione della Chiesa in India. Abbiamo deciso di sollevare la questione affinchè possano essere esplorate tutte le possibili modifiche di queste linee guida. Il tema deve anche essere discusso al Sinodo sulla famiglia. La Chiesa deve prendere posizione. In India gli animali sono più protetti e hanno più valore rispetto ai nostri bambini vulnerabili”. 

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ZENIT Staff

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