India: il Venerdì Santo manifestazione per i cristiani perseguitati

Decine di migliaia di persone digiuneranno e pregheranno per le strade

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MUMBAI, lunedì, 18 aprile 2011 (ZENIT.org).- Per il Venerdì Santo sono state convocate in India varie manifestazioni silenziose per la crescente persecuzione contro i cristiani nel Paese, ha riferito l’agenzi a Fides.

L’iniziativa è partita dalla città di Mumbai, convocata dalla ONG cattolica Catholic Secular Forum (CSF), ed è stata sostenuta da varie istituzioni delle diverse confessioni cristiane.

Come ha spiegato a Fides il direttore del CSF, Joseph Dias, “la comunità dei credenti ha avvertito l’esigenza di dedicare il Venerdì Santo, giorno in cui si riflette e si prega sulla Crocifissione di Cristo, a tutti quei fedeli ‘crocifissi’ oggi in India e nel mondo”.

Il pellegrinaggio principale avrà luogo a Mumbai, ed è prevista la partecipazione di 20.000 persone. Ci saranno manifestazioni anche in altre città del Paese, tra cui Delhi, Calcutta e Bangalore.

Secondo Joseph Dias, i cristiani sono allarmati perché “gli attacchi anticristiani compiuti da gruppi estremisti indù sono in aumento: nel 2011 registriamo, in media, un episodio al giorno, più o meno grave”.

“Il CSF ha denunciato l’alleanza criminale fra vertici dell’esercito e leader estremisti indù, responsabile della violenza anticristiana che negli anni scorsi ha colpito negli Stati di Orissa, Karnataka, Madhya Pradesh e Maharashtra, e che prosegue tuttora”, ha ricordato.

Il problema è che “gli estremisti indù non tollerano l’impegno sociale dei cristiani, in scuole e ospedali, e soprattutto la loro preziosa opera di promozione umana, economica e sociale dei dalit e dei tribali, oppressi e discriminati nella società su base castale, poiché spesso costoro in seguito chiedono di abbracciare la fede cristiana”.

Strano censimento

L’agenzia vaticana ha anche denunciato che nello Stato del Madhya Pradesh la polizia locale sta realizzando uno “strano” censimento dei Vescovi, dei sacerdoti, delle case dei fedeli e di scuole e istituzioni cristiane.

Ciò ha allarmato la Chiesa, che attraverso il portavoce della Conferenza Episcopale Indiana, padre Babu Joseph Karakombil, ha denunciato la misura come “sospetta” e “discriminatoria”.

“Siamo molto preoccupati perché non ne sappiamo le ragioni e per le conseguenze che potrebbe avere. Ricordiamo infatti i precedenti: una simile iniziativa fu presa in Gujarat nel 1998 e si è verificata in altre occasioni. Furono atti che prepararono una massiccia offensiva e rastrellamenti di radicali indù contro i cristiani”, ha spiegato il portavoce dei Vescovi, che ha anche denunciato come i leader cristiani siano stati sottoposti a interrogatori, senza alcuna giustificazione, per fornire dati e dettagli dell’estensione e delle proprietà della comunità.

Tutto ciò, secondo la Chiesa, è “totalmente inaccettabile e viola le garanzie costituzionali”.

“Va ricordato che in Madhya Pradesh è al governo il Baratiya Janata Party (Bjp) che continua a perseguire una agenda nazionalista e a sostenere i gruppi radicali”, ha affermato padre Karakombil.

“I gruppi radicali sono molto forti e ricevono finanziamenti dall’estero, per perseguire i propri scopi”, ha aggiunto. “In vista della Pasqua temiamo che negli stati dove il Bjp è al potere possano verificarsi incidenti anticristiani”.

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ZENIT Staff

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