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Incontro con il Consiglio Supremo “Sangha” dei monaci buddisti

Intervento del Presidente dei Monaci, il Ven. Bhaddanta Kumarabhivamsa – Kaba Aye Centre – 29 novembre 2017 – testo integrale

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1. Il Comitato Statale Sam-gha Mahanayaka del Myanmar porge un cordiale benvenuto agli Onorevoli Delegati guidati da Sua Santità Papa Francesco
2. Innanzitutto vorrei brevemente fornire alcune delucidazioni circa il Comitato Statale Sam-gha Mahanayaka del Myanmar. La popolazione del Myanmar conta più di 51 milioni di persone: tra
essi più dell’87% professano il Buddismo, inclusi anche più di 500,000 monaci e novizi. Mille e duecento delegati del Sam-gha vengono eletti nelle rispettiive aree : tra questi 300 membri del
Comitato Statale Centrale di Lavoro sono rieletti come Parlamento Sam-gha Hlutaw. Tra i 300 membri del Comitato Statale Sam-gha Mahanayaka vengono eletti 47 con l’incarico di amministrare tutto ciò che riguarda il Sam-gha e le attività buddiste su tutto il territoio nazionale.
3. Il Comitato Statale Sam-gha Mahanayaka è sotto la direzione del Comitato Consultivo Statale Ovadacariya che comprende l’eminente organismo degli anziani Maha Theras con il compito di dare linee guida nell’amministrazione degli affari del Sam-gha espletati dai Comitati Sam-gha Nayaka a tutti i livelli. In caso di dispute riguardanti il Buddismo, viene istituito dal Comitato Statale Sam-gha Mahanayaka l’organismo giudiziario Viniciccaya con il compito di dirimere le dispute secondo gli insegnamenti di Buddha.
4. In verità, pur professando religioni differenti, tutti percorriamo la stessa strada che porta al benessere dell’umanità.
5. Crediamo che tutte le fedi religiose possono apportare in qualche modo benefici di pace e prosperità: questa è la ragioine per cui a tutt’oggi abbiamo differenti fedi religiose.
6. In questo nostro mondo attuale è deplorevole vedere “terrorismo ed estremismo” messi in atto in nome di credi religiosi.
7. Poichè tutte le dottrine religiose insegnano solo il bene dell’umanità, non possiamo accettare che terrorismo ed estremismo possano nascere da una certa fede religiosa.
8. Noi crediamo fermamente che terrorismo ed estremismo nascono da cattive interpretazioni degli insegnamenti originali delle rispettive religioni, perché alcuni seguaci introducono emendamenti
agli insegnamenti originali sotto la spinta dei propri desideri, istinti, paure e delusioni- i quattro ostacoli al retto pensiero.
9. Per questo, tutti noi, leaders religiosi, abbiamo la responsabilità di insegnare ai nostri fedeli i genuini insegnamenti religiosi, e non lasciarci dominare dai suddetti quattro ostacoli al retto pensiero.
10. Tutti i popoli del mondo devono cooperare e impegnarsi insieme senza timori, a realizzare un’armoniosa vita sociale con l’assicurazione di una globale sicurezza.
11. Noi tutti dobbiamo denunciare qualsiasi forma di espressioni che incitano all’odio , falsa propaganda, conflitti e guerre con pretesti religiosi e condanniamo con fermezza coloro che danno supporto a tali attività.
12. Noi, leaders di tutte le religioni del mondo, dobbiamo essere risoluti nella costruzione di una armoniosa società umana, seguendo gli insegnamenti delle rispettive religioni , così come essi sono realmente insegnati e coinvolgere noi stessi nel rafforzamento della pace e la sicurezza del mondo.
13. Noi, membri di fedi differenti, abbiamo urgente bisogno di costruire tra di noi reciproca comprensione, rispetto e fiducia per potere giungere ad una pacifica, sicura e prospera societa’
umana.
14. Dobbiamo dare prova di moderazione ed evitare di interferire in faccende di altre religioni e cooperare a costruire ponti per la pace nel mondo.
15. Tutti i sentieri spirituali e tradizioni religiose sono ugualmente validi.
16. È nostra responsabilità in ogni circostanza parlare pubblicamente contro l’uso errato della religione.
17. Crediamo fermamente che, noi, persone di fedi differenti, possiamo realizzare le proposte suddette e che nel futuro il mondo in cui viviamo diventerà pacifico, piacevole e prospero .
18. I monaci Buddisti, le monache e il popolo della Repubblica dell’Unione del Myanmar si sono sempre impegnati nella promozione e diffusione del Buddhismo Theravada secondo gli
insegnamenti di Buddha, preservati nei sei Grandi Concili Buddisti.
In Myanmar vi sono circa 6 milioni monaci e monache buddiste appartenenti a nove Ordini monastici e tutti sono sempre vissuti in armonia con le dottrine del Buddismo Theravada.
19. L’Unione riconosce al Buddismo una posizione speciale, dato che è la fede professata dalla grande maggioranza dei cittadini, ma riconosce anche il Cristianesimo, l’Islam, l’Induismo e
l’Animismo come religioni presenti nell’Unione e l’Unione assiste queste religioni al meglio possibile.
20. Non c’è dubbio che il principio fondamentale di ogni religione è basato sulla amorevole bontà. Condividendo reciprocamente questa amorevole bontà, singole famiglie, società, cittadini e stati
possono coesistere pacificamente. L’impegno alla coesistenza pacifica tra gli stati può portare senza dubbio alla pace globale.

© Copyright – Libreria Editrice Vaticana

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ZENIT Staff

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