Inaugurato a Roma il Seminario Professionale "The Church Up Close"

La Chiesa, “movimento d’amore di Dio verso l’uomo”

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di Roberta Sciamplicotti

ROMA, lunedì, 8 settembre 2008 (ZENIT.org).- La Chiesa cattolica è un “movimento d’amore di Dio verso l’uomo” e se venisse modificata nella sua struttura e nella sua organizzazione perderebbe la sua essenza.

E’ questo il messaggio lanciato questo lunedì all’inaugurazione del Seminario Professionale per giornalisti della stampa internazionale “The Church Up Close – Covering Catholicism in the Age of Benedict XVI“, organizzato dalla Facoltà di Comunicazione Sociale Istituzionale della Pontificia Università della Santa Croce (PUSC) di Roma.

Al Seminario, che durerà fino a domenica prossima e vuole aiutare a informare in modo più completo e corretto sulla Chiesa, partecipano circa 50 giornalisti provenienti da tutto il mondo, tra cui anche membri dell’équipe di ZENIT.

“Natura e missione: cos’è la Chiesa cattolica?” è stato il tema del primo intervento, a carico del professor Philip Goyret, sacerdote e docente di Ecclesiologia presso la PUSC, che si è chiesto se la Chiesa “sia ancora interessante” e “oggetto di attenzione” in un mondo in cui si parla spesso del “believing without belonging“, cioè del credere ma senza voler essere inseriti in un contesto ecclesiale.

La Chiesa, ha osservato, è “un movimento d’amore di Dio verso l’uomo”, e la sua costituzione, la sua dottrina e i suoi sacramenti sono “un dono che non ci è permesso di cambiare”.

Anche se su varie questioni sarebbe “più facile” modificare la dottrina vigente, riscuotendo anche più successo da parte di quanti si lamentano per alcuni atteggiamenti della Chiesa ritenuti “antiquati”, per padre Goyret ogni modifica sarebbe “un tradimento”.

“Nella Chiesa – sottolinea -, l’azione è collegata alla fedeltà”.

Di fronte alla discrepanza che si può verificare in alcune occasioni tra ciò che la Chiesa insegna e la realtà, padre Goyret ha affermato che bisogna considerare due aspetti: la natura sacramentale e la presenza del peccato.

“Esistono elementi umani che appartengono alla Chiesa e in cui si può trovare il peccato”, ha ammesso, ricordando che “la Chiesa ha sempre bisogno di purificazione, penitenza e rinnovamento”.

“Il peccato – ha denunciato – danneggia grandemente l’efficacia della missione”, ma “la scoperta di scandali non elimina la legittimità della Chiesa in quanto tale”.

Quanto al fatto che il governo della Chiesa cattolica appaia meno democratico rispetto a quello di altre denominazioni cristiane, il sacerdote ha ricordato che, come si recita nel Credo, la Chiesa è “apostolica”, cioè è la stessa dei tempi apostolici e deriva dalla predicazione degli apostoli stessi.

Per questo motivo, non può cambiare nei suoi tratti fondamentali, e alla sua “irrinunciabile apostolicità” si ricollega ad esempio l’assenza di donne-sacerdote, che non è quindi dovuta a un'”ipotetica superiorità maschile”, all'”inerzia” o alla “voglia di mantenere il potere”, quanto al fatto che un cambiamento in questo senso vorrebbe dire tradire l’essenza stessa della Chiesa.

Padre Goyret si è quindi soffermato sulla cattolicità della Chiesa, sottolineando due accezioni del termine: da un punto di vista qualitativo, ci si riferisce alla presenza di tutti i mezzi di salvezza nella Chiesa di Roma, sotto l’aspetto quantitativo si indica l’annuncio che deve essere fatto a tutti gli uomini, senza alcuna discriminazione.

“La totalità dei mezzi di salvezza dovrebbe raggiungere la totalità dell’umanità”, ha spiegato il sacerdote.

Allo stesso modo, ha osservato che “la salvezza è possibile solo in Cristo”, e che quindi Gesù e la Chiesa “non sono due mezzi paralleli di salvezza, ma uno stesso strumento”.

“La missione della Chiesa continua quella di Cristo, e consiste nel salvare gli uomini come anima e corpo, nella loro individualità così come nei rapporti sociali”, ha aggiunto.

Nel contesto attuale, segnato da numerose “guerre culturali” come l’aborto, l’eutanasia o anche la questione ecologica, ciò assume particolare rilevanza, e aiuta la Chiesa a mantenere il grande ottimismo nei confronti dell’uomo e delle sue possibilità.

L’essere umano, infatti, è “danneggiato, ma non corrotto”. Anche se segnato dal peccato, è stato redento da Cristo, e ciò fa sì che sia possibile superare e vincere il male.

La Chiesa, dunque, esiste per la salvezza dell’uomo, che si può raggiungere solo “guardando in alto”, guardando a Cristo.

“Il cristianesimo – ha concluso – non deriva dalla spiritualizzazione dell’uomo, ma dall’incarnazione di Cristo”.

Nel secondo intervento della giornata, il professor Brian Ferme, direttore dell’Istituto di Diritto Canonico San Pio X di Venezia e consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede e del del Pontificio Consiglio per i testi Legislativi, ha svolto un’accurata esposizione sull’organizzazione della Chiesa, sottolineando come l’organizzazione degli ordini sacri determini quella strutturale della Chiesa stessa.

P. John Wauck, presidente del comitato organizzativo del Seminario, ha spiegato l’obiettivo dell’iniziativa affermando che “coprire un’istituzione tanto antica ed estesa come la Chiesa Cattolica ha sempre rappresentato una grande sfida”.

“Nel mondo d’oggi anche la Chiesa avverte la forte necessità di raccontare storie locali da una prospettiva globale – ha osservato -. Il nostro seminario vuole proprio essere d’ausilio al giornalista affinché possa prepararsi adeguatamente per rispondere a questa necessità”.

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ZENIT Staff

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