Ratzinger library

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Inaugurata la Biblioteca Ratzinger. Tutta la scienza del Papa emerito nel cuore del Vaticano

L’opera omnia raccolta nella storica biblioteca della Società di Görres, all’interno del Pontificio Collegio Teutonico. Mons. Hayde: “Non un club di tifosi di Benedetto, ma occasione per approfondire studi ratzingeriani” 

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Il cardinale Ratzinger amava rifugiarvisi ogni giovedì di ogni settimana. Il palazzo del Pontificio Collegio Teutonico, situato tra la basilica di San Pietro e l’Aula Paolo VI, era per il porporato bavarese un luogo di quiete, dove pregare e soprattutto leggere e studiare, godendo dei 45mila volumi appartenenti alla preziosa biblioteca dell’Istituto Romano della Società di Görres, interno al Collegio. 

Tanto che, poco prima di insediarsi come prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, in attesa che si liberasse il suo appartamento, Ratzinger chiese ospitalità nei mesi di febbraio e marzo del 1982, diventando membro del Pontificio Collegio e della Società di Görres e della stessa Arciconfraternita di Santa Maria del Camposanto dei Teutonici.

Era perciò naturale, anzi “logico” – come ha detto il rettore del Pontificio Collegio, Hans-Peter Fischer – che nel momento in cui si pensasse di progettare una Biblioteca interamente dedicata all’opera, la vita e il pensiero di Joseph Ratzinger non si potesse che scegliere quel luogo. Un progetto che, a piccoli passi, è divenuto realtà e che questa mattina è stato presentato con orgoglio alla stampa da mons. Fischer e dal direttore della Società di Görres, Stefan Heid, insieme a mons. Giuseppe Scotti, presidente della Fondazione Ratzinger, che ha dato la spinta definitiva affinché questa iniziativa prendesse corpo.

Il tour esclusivo per i giornalisti è iniziato sotto le palme e i cipressi del Camposanto Teutonico, il più antico cimitero germanico di Roma, dove un tempo sorgeva il circo di Nerone e che oggi ospita invece le tombe di gente austriaca, svizzera, lussemburghese, belga e fiamminga. Persone di alto lignaggio, in mezzo alle quali si trova anche la lapide di Willy, il senzatetto seppellito lo scorso anno per volontà di Francesco. Dal suggestivo cimitero si passa per i tre piani del Collegio e quindi alla storica Biblioteca, dove, tra le diverse stanze che ospitano migliaia di tomi di archeologia cristiana, teologia e storia della Chiesa, è stato ritagliato un angolo tutto dedicato al Papa emerito. 

Tra l’odore del nuovo, di muri verniciati e pavimenti rifatti da poco, e il profumo di libri senza tempo, si possono quindi ammirare le opere di Ratzinger, da studioso, da cardinale e da Papa, a cominciare dalle edizioni della trilogia di Gesù di Nazareth in 37 lingue. In totale i volumi sono per ora mille, donati dalla Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger – Benedetto XVI, dall’Istituto Papst Benedikt XVI.di Ratisbona, dalla Libreria Editrice Vaticana o anche da singoli autori. “Venti scatoloni” di libri sono stati consegnati dal Pontefice emerito in persona; si distinguono nella Biblioteca per un timbro che vuole scoraggiare i furti. Tra questi figura anche un messale utilizzato dallo stesso Pontefice in uno dei viaggi apostolici.

“Questo è solo l’inizio”, ha detto Heid, spiegando che “l’idea di una biblioteca ratzingeriana è nata a cavallo del 2012-13, prima che il Santo Padre rinunciasse”. Poi – ha raccontato – “avevamo pensato di fare una semplice raccolta delle sue opere. Pensavamo anche solo un armadio, che comunque era troppo piccolo… Abbiamo quindi contattato mons. Giuseppe Scotti che ha dato l’impulso necessario all’iniziativa e ha accelerato i tempi. Abbiamo quindi pensato più in grande e quello che vedete è solo un primo passo fatto negli ultimi mesi”.

“La biblioteca sicuramente crescerà. Ogni biblioteca cresce”, ha assicurato lo stesso Scotti. “Quando abbiamo ragionato sul da farsi – l’organizzazione dello spazio, i lavori di allestimento e via dicendo – abbiamo riscontrato alcuni problemi economici visto che i lavori prevedevano un costo di circa 70mila euro. Poi, senza fare niente, un industriale (che preferisce restare anonimo) ha detto: ‘Me ne occupo io’. E subito dopo un’altra signora di Roma: ‘Io dono qualcosa per sostenere il primo anno della biblioteca..’”. Dei “mecenati” moderni, insomma, ha osservato Scotti, che ha sottolineato: “Bisogna far intuire che è possibile sostenere queste opere e che si può dar una mano anche a far crescere cose buone”.

Con questa fiducia, i progetti per la Biblioteca sono dunque numerosi. Per ora si prevede l’acquisto di audio-mezzi e di nuovi volumi e di qualsiasi altro scritto che riguardi Benedetto XVI. Certo, ha detto mons. Hayde, “è difficile per una biblioteca normale raccogliere tutto di Ratzinger in tutte le lingue. È troppo. È tanto”. 

In ogni caso, gli studenti di teologia di tutto il mondo, in particolare quelli di Roma – ma anche chiunque lo desideri iscrivendosi con un’apposita tessera – hanno già materiale a sufficienza per approfondire i propri studi. E questo è l’obiettivo principale: “Non creare un club di tifosi di Benedetto, bensì dare la possibilità agli studiosi di concentrare e organizzare gli studi ratzingeriani, trovando la metratura necessaria a riguardo”. Una “intenzione scientifica”, dunque, il linea con la secolare tradizione della Società di Görres che da circa anni ospita anche un certo numero di borsisti che svolgono ricerche nell’Archivio o nella Biblioteca Vaticana.

Chissà cosa ne penserebbe lo stesso Ratzinger? “È stato naturalmente informato dell’iniziativa, ma non è mai venuto a visitare la Biblioteca, anche per la difficoltà di salire i diversi gradini”, ha spiegato Hayde. Intanto in questi giorni vi si recherà mons. George Ganswein, suo segretario particolare, a portare il saluto del Papa emerito. “Poi chissà, le vie del Signore sono infinite!”.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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