Inaugurata in Vaticano la mostra sui tesori dell'Azerbaigian

L’ambasciatore Amirbayov parla di un paese che rispetta tutte le religioni

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di H. Sergio Mora

CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 15 novembre 2012 (ZENIT.org) – L’ambasciatore di Azerbaigian in Francia, Elchin Amirbayov, ha assicurato l’esistenza di buone relazioni tra la Santa Sede e il suo paese, a maggioranza islamica ma rispettoso di tutte le religioni. Lo ha detto in occasione dell’inaugurazione dell’esposizione Le trame della storia. I tesori dell’Azerbaigian, inaugurata nel Braccio di Carlo Magno della Città del Vaticano.

In una breve intervista rilasciata a Zenit, Elchin Amirbayov ha spiegato che in Azerbaigian non c’è solo tolleranza ma un vero rispetto nei confronti di tutte le confessioni. Lo dimostra, del resto, l’inaugurazione in Vaticano della mostra di 100 oggetti di straordinario valore e del concerto per i vent’anni dell’inizio delle relazioni diplomatiche tra l’Italia e il paese caucasico.

Il suo è un paese a maggioranza musulmana che intrattiene ottime relazioni con il Vaticano, dimostrando che in Azerbaigian, l’Islam – a differenza che in altri paesi – sa convivere senza ricorrere alla violenza.

Amirbayov: Per essere precisi, siamo un paese con una popolazione in maggioranza musulmana, dove la religione è separata dallo Stato che, quindi, è laico.

Parte del titolo della mostra parla delle “trame della storia”. Cosa vuol dire?

Amirbayov: L’Azerbaigian è un paese che è stato un crocevia per diverse civiltà, orientali ed occidentali, sin dai tempi antichi, ovvero dai tempi della “via della seta”. Abbiamo, dunque, molta apertura e tolleranza e siamo aperti al mondo e alla Santa Sede. Con amicizia e vicinanza verso tutti loro.

Eppure l’idea di Islam che arriva in Occidente è quella di una religione violenta…

Amirbayov: Come lei ha lasciato intendere, è necessario separare l’idea dell’Islam dalla violenza, perché nessuna religione deve praticarla: in questo caso sarebbe un abuso della religione stessa. Siamo orgogliosi di essere un paese tollerante o, meglio ancora, rispettoso.

All’epoca dell’Unione Sovietica avete sofferto una tremenda persecuzione.

Amirbayov: Sì, se ne potrebbe parlare a lungo. In quel periodo successivo allo zarismo, l’Azerbaigian fu indipendente per 23 mesi, fino al 1920, quando il potere sovietico iniziò a dominare su altri quindici paesi. In quest’epoca si manifestò una forte persecuzione religiosa e i templi musulmani, cattolici, ortodossi ed ebrei furono distrutti e tutte le religioni furono costrette alla clandestinità.

In che anno tornò la libertà religiosa?

Amirbayov: nel 1991 fu dichiarata la nostra indipendenza e fu restaurata la libertà religiosa. Oggi la maggioranza è rappresentata dagli sciiti, seguiti da sunniti, ortodossi, cattolici ed ebrei.

LA MOSTRA IN VATICANO

La mostra sull’Azerbaigian è stata inaugurata ieri pomeriggio in Aula Paolo VI, in Vaticano: vi sono esposti i suoi affascinanti tesori. La mostra è ubicata al lato sinistro di piazza San Pietro, presso il Braccio di Carlo Magno, e rimarrà aperta fino al 5 dicembre con ingresso libero.

Con il titolo Le trame della storia. I tesori dell’Azerbaigian, la mostra illustra l’incontro tra culture, tradizioni e religioni diverse, attraverso il patrimonio culturale ed artistico del paese caucasico, come tessuti, artigianato, gioielli, strumenti musicali, armi, manoscritti e copie di miniature raramente accessibili al pubblico.

L’esposizione è stata inaugurata dalla first lady azerbaigiana Mehriban Aliyeva, presidente della Fondazione Heydar Aliye e ambasciatrice di buona volontà dell’UNESCO, e dal cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra.

CONCERTO A ROMA

Questa sera, presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma, si festeggiano con un concerto i vent’anni delle relazioni diplomatiche tra l’Italia e il pese caucasico che si è reso indipendente dall’Unione Sovietica nel 1991.

Giovanni Paolo II visitò la capitale del paese, Baku, nel maggio 2002, iniziando una feconda relazione diplomatica con la Santa Sede, permettendo così l’inizio di una feconda relazione diplomatica con l’Azerbaigian. Nell’aprile dello scorso anno ha avuto luogo la visita del cardinale Ravasi che ha firmato un accordo che riconosce e regola la personalità giuridica della chiesa Cattolica in tale paese.

L’Azerbaigian è il paese più grande della regione del Caucaso, è situato tra l’Asia occidentale e l’Europa orientale e confina con la Russia, la Georgia, l’Armenia e l’Iran. Nel 1918, fu istituita la Repubblica Democratica di Azerbaigian, la prima repubblica laica e democratica del mondo islamico, fino alla sua annessione all’Unione Sovietica, dal 1920 fino all’indipendenza, nel 1991. Da quest’anno il paese ha iniziato un periodo di due anni come membro non permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Luca Marcolivio]

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ZENIT Staff

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