"In Toscana è in dubbio la libertà d'opinione?"

La Manif Pour Tous replica alle proteste di alcuni consiglieri comunali che avevano contestato l’esposizione del logo dell’associazione, raffigurante una famiglia stilizzata

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«Ma la libertà d’opinione vale anche in Toscana?». A chiederlo è Filippo Savarese, portavoce nazionale de La Manif Pour Tous Italia, dopo le proteste di alcuni consiglieri comunali del centrosinistra di Empoli, Firenze e Pisa per l’esposizione nelle città di una bandiera di 600 mq raffigurante il logo dell’associazione: una famiglia.

I circoli toscani de La Manif Pour Tous Italia hanno recentemente esposto la mega-bandiera a Pistoia, San Miniato, Empoli, Firenze, Pisa e Viareggio, per riaffermare la centralità antropologica e sociale della famiglia fondata sull’unione tra un uomo e una donna, riconosciuta e tutelata col matrimonio a motivo della sua “potenziale finalità procreativa”, come ha riconosciuto la Corte Costituzionale nel 2010.

La Manif contesta anche la violazione costante dei diritti educativi della famiglia, scavalcata da progetti scolastici sulla sessualità e sull’affettività finanziati da Comuni e Regioni ed appaltati alle associazioni del movimento gay, che ne approfittano per propagandare le loro legittime ma opinabili opinioni in merito.

«Ho letto commenti surreali – continua Savarese – sul fatto che esporre l’immagine di una famiglia sia segno di “razzismo” e “omofobia”. La verità è che c’è chi non tollera che nel proprio territorio qualcuno osi sfidare il pensiero unico del politicamente corretto, da cui trae benefici elettorali. Noi non promuoviamo un ideale morale di famiglia, ma quella realtà concreta che nei fatti non ha pari nella società: quella in cui un papà e una mamma generano nuova vita. Ogni esperienza affettiva è degna del massimo rispetto e deve poter godere del diritto di esistere in pace e libertà. Ma la Costituzione mette al centro del bene comune la famiglia che genera, accoglie e protegge ogni singola nuova vita. La società che lo dimentica o che lo mistifica è votata al declino».

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ZENIT Staff

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