Foto Aneeqa Anthony - ISHR

In prima linea contro la schiavitù in Pakistan

L’avvocato Aneeqa Anthony è stato ricevuto mercoledì da papa Francesco, al quale ha consegnato un mattone dipinto, emblema della sua battaglia a difesa dei cristiani

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L’avvocato per i diritti umani pakistano Aneeqa Anthony è stato ricevuto mercoledì scorso da papa Francesco a margine dell’Udienza Generale. Anthony ha portato con sé un mattone dipinto, a simboleggiare i numerosi cristiani resi schiavi nelle fabbriche di mattoni in Pakistan.
La Società Internazionale per i Diritti Umani (ISHR), con sede a Francoforte, ha offerto il suo sostegno ad Anthony, con l’obiettivo di aprire la strada per l’uguaglianza per le minoranze, ostacolata, tra le altre cose, dalle leggi sulla blasfemia.
L’ostacolo simboleggiato dal mattone è stato progettato dai tre figli della coppia cristiana Shama Bibi (26 anni) e Shahzad Masih (28 anni) che furono selvaggiamente picchiati e bruciati vivi in una fornace di mattoni, dalla folla nel novembre 2014. Anthony sta ora rappresentando i bambini in tribunale.
La coppia era stata accusata di aver bruciato alcune pagine del Corano. Erano quindi stati ridotti in schiavitù proprio in una fabbrica di mattoni. Secondo le indagini della polizia, il proprietario aveva incitato un predicatore islamico ad accusare pubblicamente la coppia di blasfemia. Una folla di fanatici li aveva poi trascinati presso la fabbrica, picchiandoli quasi a morte e, infine, ficcandoli a bruciare nel forno. Al momento del delitto, il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, aveva parlato di un “atto barbaro” ed aveva chiesto alle autorità islamiche di denunciare l’atto.
Nel corso del loro colloquio personale, Aneeqa Anthony ha confidato a papa Francesco: “Questo modesto dono dal mio paese è stato progettato da figli di schiavi, che come molti cristiani, lavoravano in una fabbrica di mattoni. Sono stati costretti a testimoniare come i loro genitori Shama e Shahzad sono stati bruciati vivi in un forno di mattoni da una folla fanatica per presunta blasfemia nel novembre del 2014. I miei colleghi avvocati ed io siamo riusciti a mettere le persone sospettate dietro le sbarre. Non siamo più sicuri in casa nostra. Il Pakistan non è un paese sicuro, specie per i cristiani come noi, e ancor meno per i figli di Shama e Shahzad. I paesi europei non dovrebbero chiudere le porte alla sofferenza dei cristiani. Aiutateci a convincere i loro governi!”.
Papa Francesco ha preso il mattone, ha osservato i dipinti dei bambini ed ha ascoltato con attenzione la storia, in particolare il fatto che la moglie e i due figli piccoli di Anthony sono stati invitati all’incontro in prima fila ma l’ambasciata italiana non ha rilasciato il visto per loro.
Il 16 aprile, il primo sospettato del linciaggio è stato rilasciato su cauzione. I bambini, oggi di tre, cinque e sette anni, hanno rischiato anche loro di finire inceneriti. Gli osservatori temevano che i sospettati possano compiere un atto di vendetta; come è avvenuto all’inizio di dicembre dello scorso anno, quando Anthony, ricevette minacce di morte per essersi occupato legalmente del caso.
Secondo il World Slavery Index, il Pakistan è tra i primi cinque paesi che impiegano il maggior numero di schiavi in termini assoluti: molti di loro appartengono alla minoranza cristiana (2,7% della popolazione).

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Michaela Koller

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