In Pakistan, Giornata di preghiera per i "martiri" cristiani

La Chiesa pakistana condanna i brutali attacchi suicidi alle Chiese di Lahore che hanno ucciso ieri 15 persone

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Una “speciale Giornata di preghiera per le vite innocenti dei martiri”. Così il Pakistan vuole commemorare i 15 morti di ieri nel duplice attentato suicida che ha colpito la chiesa cattolica di San Giovanni e quella protestante, la “Chiesa di Cristo”, a Youhanabad, sobborgo interamente cristiano alla periferia di Lahore.

Ad annunciarlo – in una nota ripresa dall’agenzia Fides – l’arcivescovo di Lahore mons. Sebastian Shaw, il quale ha riferito chele scuole e gli istituti cattolici del paese sono rimasti oggi chiusi in segno di lutto per questi che definisce “martiri” e anche per quanti “hanno dato la loro vita nell’incidente per salvare migliaia di persone”.

“Il loro sangue non sarà stato versato invano e porterà la pace a tutti i cittadini del Pakistan”, afferma il presule, condannando i barbari atti e chiedendo maggiore impegno del governo a protezione dei cristiani pakistani. Mons. Shaw prega quindi “perché la pace e l’armonia prevalgano nel Paese” e invita tutti i cittadini a “rigettare apertamente violenza e terrorismo”.

Sempre dal Pakistan giunge la voce di mons. Joseph Coutts, arcivescovo di Karachi e presidente della Conferenza Episcopale, il quale – in una nota inviata sempre a Fides – ribadisce la dura condanna della Chiesa cattolica verso “i brutali attacchi suicidi alle chiese di Lahore” e la “supplica” al governo del Punjab e al governo federale del Pakistan “affinchè prendano adeguate misure per la protezione delle chiese e delle minoranze religiose in Pakistan”.

​“Il governo, i partiti politici, i leader religiosi e ogni cittadino del Pakistan sono chiamati a prendere posizione contro le forze estremiste, a fianco dei loro fratelli e sorelle cristiani”, rimarca l’arcivescovo, “atroci episodi come questo, esigono che tutta la nazione si unisca contro il terrorismo”.

Ai fedeli, tuttavia, mons. Coutts domanda “di non reagire con la violenza e di collaborare con le forze di polizia nelle indagini”. “I credenti di tutte le religioni devono promuovere la pace e l’armonia sociale e proteggersi a vicenda dal terrorismo”, afferma. E prega affinché “il Signore nostro Gesù Cristo per la guarigione dei feriti e per le famiglie delle vittime”. 

Ma non solo in Pakistan, anche in Italia si commemorano i morti di Lahore. Il Cento Italiano di Solidarietà don Mario Picchi promuove infatti per oggi, alle 17, un momento di preghiera per le vittime, a cui partecipano tutti i ragazzi e le ragazze delle comunità di recupero del CEIS che fermeranno ogni loro attività.

“L’ennesimo attentato di una lunga serie alla comunità cristiana ci ha scosso profondamente – dichiara Roberto Mineo, presidente del Ceis don Picchi -. La libertà in ogni sua forma, ma in particolare quella di culto, è un valore imprescindibile per la nostra società. Ci siamo sentiti in dovere di fermare tutte le nostre attività per riflettere e far riflettere sulla gravità di un oltraggio fatto all’intero mondo cattolico e che non possiamo lasciar passare inosservato”.

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ZENIT Staff

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