In Lombardia scoppia la controversia sull'eterologa

Introvigne (Comitati Sì alla famiglia): “Il rischio è che si tutelino ‘nuovi diritti’ a scapito della salute generale”

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“Tutelare i “nuovi diritti” a scapito della salute generale: questa potrebbe essere la conseguenza – certamente non voluta – della pronuncia con la quale il Consiglio di Stato ha sospeso in via cautelare la delibera della Regione Lombardia, che garantiva il trattamento di fecondazione eterologa dietro pagamento dell’intero costo del medesimo”. È quanto osserva il prof. Massimo Introvigne, sociologo e presidente dei Comitati Sì alla famiglia.

“Nell’attuale sistema sanitario, per l’azione congiunta di sprechi, disservizi e spending review – prosegue Introvigne – le risorse sono sensibilmente ridotte: ciò fa sì che talune Regioni provino a introdurre ticket significativi perfino per cure essenziali come quelle riguardanti le patologie tumorali, e che vi siano ovunque problemi nel reperimento di posti letto, vista la soppressione di reparti e presidi ospedalieri”.

“In tale contesto la giurisdizione amministrativa di fatto finisce per imporre ulteriori gravi spese, in nome dell’eguale trattamento rispetto alla fecondazione di tipo omologo – come se fosse le stessa cosa – e per conseguenza sottrae ulteriori disponibilità ai trattamenti sanitari indispensabili”.

Introvigne aggiunge l’auspicio che “in sede di merito il Consiglio di Stato approfondisca le ricadute della sua decisione cautelare e la riveda, e che il Governo non attenda oltre nel varare una disciplina uniforme e ragionevole, a seguito della sentenza della Corte costituzionale che ha permesso l’eterologa”.

“Attendere ancora significa lasciare a ciascuna Regione di scegliere per conto proprio e alla magistratura amministrativa di scegliere per tutti, senza porsi tanti problemi degli effetti dei propri provvedimenti”, conclude poi il presidente dei Comitati Sì alla Vita.

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ZENIT Staff

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