In giro per Noto tra arte barocca e profumi mediterranei

Nella pittoresca cittadina siciliana, il turismo rimane florido, grazie anche alle intramontabili specialità culinarie: la caponata, la norma, i tenerumi, il fino fino al Pistacchio di Brontemariia

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Se la Sicilia è un grande e prezioso scrigno, di certo Noto è una delle sue perle più preziose, uno straordinario esempio di eleganza barocca siciliana ma anche di sapori. In zona, il turismo è assicurato sia d’estate che d’inverno. Florido anche il mercato immobiliare che vede molti acquirenti, anche del Nord Italia, che si ristorano con la buona cucina, con il meraviglioso clima e con la generosità ed accoglienza dei netini.
Uno dei residenti che ha decretato il successo della sua attività, puntando sull’accoglienza e sulla cura delle antiche tradizioni, è Corrado Rizza, che dopo aver trascorso anni ad occuparsi di un salone di bellezza, ha pensato di curare anche la buona tavola dei suoi conterranei.
Così si presenta nella più suggestiva piazza di Noto, il suo locale, Fontana d’Ercole, che rappresenta la migliore rappresentazione della tradizione siciliana in ogni suo aspetto: dal dolce al salato, è un viaggio nel gusto.
“Da oltre dieci anni mi occupo di cucina, dopo 35 anni passati in parrucchiera – ha raccontato a ZENIT lo stesso Corrado Rizza -. Ho sempre pensato che, oltre ad occuparmi della bellezza, potevo curare la cucina, così mi sono reinventato ed ho realizzato questo esperimento culinario che funziona. Giorno dopo giorno, lavoriamo sui nostri pregi e difetti”.
“Il primo giorno abbiamo iniziato con cinquanta persone – prosegue il ristoratore -. Ogni giorno pranzo e cena al completo, debbo dire che poi, negli ultimi anni, il turismo sta crescendo in maniera esponenziale, grazie alla scoperta del barocco e dei tanti eventi che le varie amministrazioni fanno conoscere nel mondo”.
Molti sono i turisti stranieri estasiati dalla bellezza del territorio e colpiti dalla cucina siciliana. La cucina va fortissima e i piatti più gettonati sono i piatti tipici. Da parte nostra, spiega Rizza, “cerchiamo di offrire la rappresentazione dell’eccellenza nel nostro territorio, curiamo al massimo i piatti forti: la caponata, il raviolo allo zucchero e tutto quello che rappresenta la tradizione culinaria nel mondo. Mi auguro che possa sempre più essere portata avanti la nostra tradizione e la nostra cucina”.
Rizza esprime poi un desiderio: “Mi piacerebbe fare gustare al Papa la nostra norma che è speciale: una base di parmigiana che poi unisce la pasta e rende un sapore unico che si scioglie in bocca. Di certo il più saporito è cavolfiore bianco e bottarga, assieme alla pasta con la bottarga di Porto Palo, dove il tonno rappresenta di certo una tradizione in Sicilia. Si scalda il cavolfiore di Noto e si fa un soffritto per far ammorbidire il cavolfiore insieme allo spaghetto, poi una grattugiata di bottarga per avere un boccone della bellezza della Sicilia, che di certo esalta il sapore. L’olio d’oliva siciliano (di casa) potenzia il sapore dei piatti e li rende eccezionali”.
Tra i piatti va fortissimo il fino fino al pistacchio di Bronte, dove il territorio diventa il trampolino di lancio per primizie conosciute in tutto il mondo: il pistacchio di Bronte, il pomodoro ciliegino di Pachino, il carciofo, le melanzane e le sarde nostrane, il finocchietto selvatico.
Di certo chi si reca a Noto non può non osservare le chiese, restare ammirato dal paesaggio e gustare la caponata e la pasta con le melanzane.
“Credo che in un consumo a chilometro zero, il futuro della Sicilia potrà contare sugli ottimi ortaggi che ci offre il nostro territorio – prosegue Rizza -. Noi rispettiamo la tradizione, cucinando come hanno fatto le nostre nonne e le nostre mamme. Dalla mia passione per la bellezza, molti piatti di certo rispecchiano il grande amore per l’estetica. Cerco di ricreare in ogni piatto l’equilibrio tra sapori colori e profumi. Come nel caso della bellezza del viso, dove vengono notati i tratti morfologici, anche in cucina si osservano i tratti specifici e si cerca così di rispettare l’equilibrio di fondo”.
“C’è una regola – spiega ancora il ristoratore -. La prima volta che un cliente entra nel mio ristorante, sceglie lui ciò che vuol mangiare ma la seconda volta, sono io che cerco di consigliare al meglio il mio cliente e, di fatto vi è poi l’effetto sorpresa. Conosco le pietanze, sfrutto molto i prodotti di stagione come il ‘sanato’, un erba aromatica che assomiglia alle cime di rapa e che io unisco ai calamari. Oppure i tenerumi: foglie di zucchina che io faccio sposare con le vongole, un piatto di una delicatezza senza fine: solo in Sicilia e solo da me quando è disponibile io propongo questo piatto che è disponibile solo in un periodo dell’anno”.
In estate comanda il mare, con le zuppe di pescato del giorno, invece in inverno comanda la terra, ossia tutti gli ortaggi e i vegetali di terra aperta e non di serra. È possibile assaporare piatti gustosissimi ma anche molto semplici. Il turista apprezza in particolare la pasta con le sarde e la pasta con le melanzane.
“Seguo molto la mia clientela, non lascio nulla al caso e faccio in modo che il cliente si senta coccolato e seguito in tutto e per tutto. Gli alimenti che presenteremo in futuro sicuramente saranno i carciofi fatti con la mollica, il prezzemolo e il pepe nero, che rappresenta il sapore genuino e tradizionale della nostra cucina”, conclude Rizza.

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Maria Luisa Spinello

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