In ginocchio davanti ai poveri: il Papa ai centri della Caritas di Roma

Le iniziative nell’anno europeo contro la povertà e l’esclusione sociale

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di Chiara Santomiero

ROMA, venerdì, 12 febbraio 2010 (ZENIT.org).- “La visita del Santo Padre ai servizi della Caritas diocesana di Roma vuole essere un gesto di fede e consolazione e un segno di incoraggiamento a tutte le Chiese europee all’inizio dell’anno dedicato alla lotta alla povertà e all’esclusione sociale”: lo ha affermato giovedì il cardinale Agostino Vallini, vicario generale del Papa per la diocesi di Roma, illustrando alla stampa il programma dell’incontro che Benedetto XVI avrà domenica prossima con responsabili, volontari ed ospiti del Poliambulatorio e Ostello “Don Luigi Di Liegro” di via Marsala, accanto alla stazione Termini.

Questi due servizi, insieme alla mensa sociale, costituiscono “un polo integrato di accoglienza e contrasto all’emarginazione sociale che la Chiesa di Roma ha voluto in un luogo simbolo della città”. Il luogo dove più che altrove si riunisce il popolo degli esclusi. “Se la comunità ecclesiale – ha proseguito Vallini – non vedesse questa folla di uomini e donne tradirebbe il mandato di Gesù: ‘avevo fame e mi avete dato da mangiare, ero forestiero e mi avete ospitato…ogni volta che avete fatto queste cose ad uno dei miei fratelli, l’avete fatto a me’”.

Un mandato a cui rimase sempre fedele don Luigi Di Liegro, cui sono intitolati i due servizi: “il primo direttore della Caritas di Roma, infaticabile nel sollecitare la comunità cristiana nell’avere a cuore i poveri”.

“Un cuore che vede dove c’è bisogno di amore e agisce in modo conseguente”: proprio a questo, secondo don Vittorio Nozza, direttore di Caritas italiana, deve educare l’anno europeo contro la povertà.

Un fenomeno che non smette di allargarsi e assume contorni sempre più preoccupanti.

“In Italia – ha spiegato Nozza – le famiglie in condizione di povertà relativa sono stimate dall’Istat in 2 milioni 737 mila: si tratta complessivamente di 8 milioni 78 mila persone, cioè il 13,6% della popolazione”.

Nell’Unione europea i dati raccontano di “79 milioni di persone, cioè il 17% della popolazione, che vivono sotto la soglia della povertà e 19 milioni di questi sono bambini”. Secondo la Fao “1 miliardo e 20 milioni di persone soffrono la fame nel mondo e 2,6 miliardi, cioè il 40% della popolazione mondiale, vivono con meno di due dollari al giorno”.

Né le previsioni consentono di sperare in un miglioramento: “l’Ocse – ha sottolineato Nozza – stima che nella seconda metà del 2010 il tasso di disoccupazione nell’area europea si avvicinerà al 10% con 57 milioni di disoccupati mentre la Banca mondiale prevede nell’anno in corso 90 milioni di disoccupati in più in tutto il mondo”.

Sono andati in crisi, secondo gli studi delle Caritas europee “tre pilastri fondamentali: il mercato del lavoro, la famiglia e lo stato socio-assistenziale portando precarietà nel mondo del lavoro, un indebolimento dei vincoli di solidarietà nelle famiglie e nelle comunità e una riduzione degli interventi sociali con conseguente indebolimento del tessuto sociale”.

Lo scandalo della povertà è quindi, ha affermato Nozza, “un problema che oggi riguarda tutti e non si connota più per la sola mancanza di risorse finanziarie” ma per un insieme di condizioni che formano “un gomitolo di pesantezza che avvolge le persone”.

Obiettivo dell’anno europeo contro la povertà e l’esclusione sociale sarà “un’ampia azione di informazione, sensibilizzazione e animazione delle parrocchie e dei territori attraverso sussidi ed eventi”.

Tra gli eventi previsti, il prossimo 4-5 giugno, a Madrid, si svolgerà il convegno internazionale sulla povertà in Europa; in estate sono previsti seminari tematici su povertà infantile, welfare state, migranti, rom, povertà-studio-lavoro in diversi Paesi d’Europa mentre a settembre, a Trieste, si svolgerà una conferenza sui progetti anti-esclusione tra Italia, Austria, Slovenia e Croazia con la partecipazione di poveri.

Il 13 ottobre, a Roma, verrà presentato il 10° rapporto Caritas-Zancan su povertà ed esclusione sociale in Italia e il 17 ottobre, in Europa e in Italia, sono previste iniziative per la Giornata mondiale ‘Stand Up’di lotta alla povertà. A dicembre, infine, si svolgerà il meeting di chiusura della campagna Caritas e la presentazione in Parlamento europeo delle firme raccolte alla petizione di Caritas Europa.

“Ogni cittadino – ha spiegato Nozza – viene invitato a compiere dieci semplici gesti quotidiani, tra cui spiegare a un bambino cosa significhi essere poveri, comprare equo e solidale e la rivista che ci propone il venditore di strada, rinunciare ad un regalo per fare una donazione a una organizzazione di carità”.

In Italia, ha specificato mons. Nozza, oltre al “Prestito della speranza” promosso dalla Conferenza episcopale italiana per rispondere alla crisi economico-finanziaria, sono in atto a livello diocesano almeno 125 iniziative: 72 nell’ambito di microcredito, 29 di fondi speciali per famiglie; 8 di empori/spese solidali o carte acquisti; 5 di consulenze lavoro; 5 di sostegno e consulenza casa; 6 iniziative di aiuti in genere.

Il primo evento della campagna di Caritas Europa, dopo l’apertura a Bruxelles il 21 gennaio scorso, è proprio la visita del Papa ai servizi della Caritas di Roma, “gesto al quale sono stati invitati ad unirsi – con la visita a un’opera di assistenza della propria diocesi – tutti i vescovi europei”.

In ginocchio davanti ai poveri, presenza di Cristo. “E’ la prima cosa – ha raccontato mons. Enrico Feroci, direttore della Caritas di Roma – che si fa al Poliambulatorio di via Marsala quando immigrati, persone senza dimora, rom chiedono di essere visitati: si lavano loro i piedi”.

Ci sono diversi servizi a Roma della Caritas, così come di altre istituzioni, che “cercano di dare risposte alla povertà salvaguardando al tempo stesso la dignità delle persone” ma il desiderio di mons. Feroci è che “la Caritas in quanto istituzione possa sparire dalla nostra città perché vorrebbe dire che l’attenzione agli ultimi è talmente radicata e diffusa che non ce ne sarebbe più bisogno”.

“Non possiamo lasciare – ha affermato p. Erny Gillen, presidente di Caritas Europa, in conclusione dell’incontro – che nessuno scivoli nella spirale della povertà e della solitudine: è ciò che chiamiamo responsabilità della comunità umana”.

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ZENIT Staff

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