In Giappone della Madonna non si sa nulla, eppure grazie a Lei mi sono convertita

Suor Luca Maria Ritsuko Oka, religiosa giapponese, racconta come in un paese dove regna grande indifferenza verso i temi della fede, la Vergine labbia avvicinata a Dio

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di Salvatore Cernuzio

ROMA, venerdì, 7 settembre 2012 (ZENIT.org) – Nell’ambito del 23° Congresso Mariologico internazionale, all’Antonianum, ZENIT ha incontrato suor Luca Maria Ritzuko Oka, religiosa asiatica dell’ordine francescano della “Militia Immaculatae”, docente di Mariologia presso il Seminario maggiore di Fukuoka, in Giappone.

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Il Giappone è uno dei paesi dove il cristianesimo è considerato ancora una religione “straniera” e quella dei cattolici è una presenza decisamente minoritaria. In questo ambiente, quindi, come si inserisce la devozione alla Vergine Maria?

Suor Luca Maria: È molto difficile parlarne, perché il nostro non si può considerare per nulla un Paese cattolico. Noi cattolici siamo una fascia quasi inesistente all’interno della vasta popolazione: circa il 4%! Tutti gli altri sono, per la maggior parte, atei o protestanti.

Stiamo cercando quindi di aprire una via per la religione cattolica. Io ho studiato a Roma, alla Pontificia Facoltà Teologica Marianum, ma, una volta terminati gli studi, ho sentito subito l’esigenza di ritornare. Da 5 anni, infatti, sono a Fukuoka per insegnare Mariologia al Seminario Maggiore. Prima di me non c’era nessuno che insegnava questa branca della Teologia, e quindi ho pensato che fosse una cosa buona dire qualcosa su Maria ai futuri sacerdoti per la loro pastorale.

Che accoglienza ha ricevuto?

Suor Luca Maria: Mi sono accorta, quasi subito, che in Giappone tante persone, non solo cattoliche, sono molto interessate alla Madonna, alla sua figura di donna e di madre. Io ho tanti amici protestanti – perché non sono nata cattolica – che mi chiedono di parlare loro di Maria, mi fanno un sacco di domande e io, quindi, racconto e spiego loro tutto quello che ho imparato durante i miei studi a Roma, concentrandomi soprattutto sul concetto biblico della donna madre del Salvatore. E devo dire che quelle che rimangono più impressionate sono proprio le donne, specialmente le mamme…

Cosa si conosce in Giappone di Maria, della sua storia, dei dogmi?

Suor Luca Maria: Quasi niente… Anzi potrei dire che siamo rimasti ad una fase antecedente al Concilio Vaticano II. Se qualcuno parla di Maria, si pensa subito a qualcosa di meramente devozionale, che riguarda bambini e vecchiette.

Oltretutto il Giappone è una realtà totalmente differente rispetto a quella europea. Nella vostra cultura, ad esempio, ci sono dei detti e delle tradizioni che rimandano alla cultura biblica; da noi, invece, questi si rifanno molto più al buddhismo o allo shintoismo. Ancora oggi il cristianesimo è visto infatti come una religione straniera, “venuta da fuori e che rimane fuori”.

Sembra impossibile parlare di Nuova Evangelizzazione…

Suor Luca Maria: Si. Io personalmente sto portando avanti il lavoro di conoscenza e riscoperta della figura della Madonna, in base agli insegnamenti del Concilio Vaticano II. Inoltre, sto scrivendo un libro sulle indicazioni che “Il Catechismo della Chiesa Cattolica” dà su Maria. (Il “Catechismo” tra l’altro è uscito solo 2 anni fa in Giappone e aspetta di essere tradotto).

Ci sono poi alcuni progetti della Diocesi di Nagasaki, di cui faccio parte e dove il cattolicesimo in Giappone è più diffuso. Si tratta di progetti di ri-evangelizzazione rivolti proprio alla comunità cattolica, che vogliono recuperare nuovamente la coscienza di essere cristiani, di sapere chi siamo, che è, d’altronde, l’eredità del Vaticano II. È importante, infatti, ricordarci innanzitutto che noi siamo cristiani e siamo stati evangelizzati, e poi si può portare questo annuncio agli altri.

Lei ha prima accennato al fatto di non essere nata cattolica. Ci racconti come è avvenuta questa sua conversione.

Suor Luca Maria: È una storia molto lunga… In breve posso dire che non ho mai saputo niente né di religione né di cristianesimo. La città in cui sono nata, Hitach, vicino Tokyo, è la classica città industriale dove non c’è nulla che parla di Dio. Da bambina, infatti, non avevo mai visto una Chiesa, una suora, un prete. Non avevo pregiudizi sulla religione, semplicemente non la conoscevo proprio!

Sono poi andata in Inghilterra a studiare la lingua e la famiglia che mi ha ospitato era cattolica, soprattutto la madre, irlandese, profondamente devota. I primi tempi, sono rimasta indifferente a tutte le abitudini religiose della famiglia, come la preghiera a tavola ecc. Poi dopo un anno che questa signora mi chiedeva, ogni domenica, di accompagnarla a Messa, mi sono convinta e sono andata con lei giusto per capire di cosa si trattasse. Il prete che celebrava – che poi ho conosciuto personalmente – era molto devoto a Maria e pian piano mi ha introdotto in un cammino dove ho riscoperto soprattutto la figura della Madre di Dio. A 29 anni ho deciso di ricevere il Battesimo e poi di consacrarmi al Signore.

Si può dire, quindi, che sia stata la Madonna ad averla avvicinata a Dio?

Suor Luca Maria: Realmente, posso dire di si. Lei veramente ha messo nella terra arida del mio cuore un seme che poi è fiorito in una fede piena e nella consacrazione al Signore. Ha predisposto per me un’atmosfera familiare, dove lei è stata la mamma che mi ha trasmesso quell’educazione religiosa e quella fede che non ho mai ricevuto.

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ZENIT Staff

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