In difesa della libertà di coscienza

La reazione dell’arcivescovo di Ferrara-Comacchio alla proiezione in Italia del film anticattolico “Le streghe di Salem” e al gesto blasfemo al concerto del 1° maggio a Roma

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All’Arcivescovo di Ferrara-Comacchio Mons. Luigi Negri risulta che nella sua, come in tante città italiane, in diverse sale cinematografiche sia stato proiettato un film realmente e incredibilmente anticattolico: “Le streghe di Salem”. Un misto di satanismo, oscenità, offese alla liturgia e alle realtà ecclesiali che rasenta livelli difficilmente tollerabili per una coscienza autenticamente laica e civile, ancor prima che cristiana. Si aggiunge poi, come ulteriore elemento di gravità, che lo Stato in questo caso non ha neanche esercitato la sua funzione di prevenzione nei confronti dei minorenni che quindi, sopra i 14 anni, possono vedere liberamente questo film traendone probabilmente orrende convinzioni nei confronti della tradizione cattolica del nostro Paese che, piaccia o no ai signori del vapore, rappresenta la convinzione di una parte consistente del nostro popolo.

Contemporaneamente l’Arcivescovo ha potuto vedere con i suoi occhi una squallida imitazione della consacrazione e dell’elevazione dell’ostia rappresentata da un preservativo agitato davanti alla folla come se fosse il corpo vero del Signore, ovvero l’aiuto ad affrontare la vita e le sue difficoltà, soprattutto le malattie, utilizzando ampiamente questo strumento indicato come via della guarigione e della salvezza. Tutto questo a qualche centinaia di metri dalla Basilica di San Giovanni in Laterano, la Cattedrale del Papa, e nella Diocesi santa e benedetta di Roma che è punto di riferimento di tutte le chiese particolari.

L’Arcivescovo esprime il suo profondo e totale dissenso da tutti questi episodi, ed ha incaricato una commissione di giuristi di aiutarlo a verificare se sussistano le condizioni per una contemporanea querela agli organizzatori del convegno del primo maggio e allo Stato che non ha vigilato su ciò che viene proiettato liberamente nelle sale italiane.

Si vede costretto a questo ulteriore gesto non solo perché il film è stato proiettato nell’ambito della sua Chiesa particolare ma perché l’Arcivescovo non può dimenticare che per lui, come per tutti i Vescovi cattolici, Roma è Roma, cioè è la Chiesa che presiede a tutte le altre Chiese nella verità e nella carità.

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ZENIT Staff

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