“In America Latina divisioni e lacerazioni, ma con Maria non siamo orfani”

Durante la tradizionale Messa in San Pietro per la festa della Vergine di Guadalupe, Francesco denuncia il degrado di un intero continente

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“Quanto è difficile vantarsi della società del benessere quando vediamo che il nostro caro continente americano si è abituato a vedere migliaia e migliaia di bambini e di giovani di strada che mendicano e dormono nelle stazioni dei treni, nei sotterranei della metropolitana o dove riescono a trovare un posto. Bambini e giovani sfruttati in lavori clandestini o costretti a trovare una moneta agli incroci delle strade, pulendo i parabrezza delle nostre auto e sentono che nel ‘treno della vita’ non c’è posto per loro”.
È l’amara constatazione di Papa Francesco espressa, durante la consueta messa in San Pietro in occasione della festa della Vergine di Guadalupe, patrona del Messico e delle Americhe, che ricorre oggi. Nella sua omelia, il Pontefice ha puntato il dito contro le forme di ingiustizie che segnano il suo continente: famiglie che “continuano a essere segnate dal dolore di vedere i propri figli vittime dei mercanti della morte”; donne, anche “bambine” e “adolescenti”, vittime di “violenza dentro e fuori casa”.
“Sono situazioni che ci possono paralizzare, che possono farci dubitare della nostra fede e specialmente della nostra speranza, della nostra maniera di guardare e affrontare il futuro”, ha sottolineato il Santo Padre. Invece – ha aggiunto, menzionando l’episodio evangelico della Visitazione di Maria alla cugina Elisabetta – “davanti a tutte queste situazioni, dobbiamo dire con Elisabetta: ‘Beata colei che ha creduto’, e imparare da quella fede forte e servizievole che ha caratterizzato e caratterizza nostra Madre”.
“Dio ci fa visita nelle viscere di una donna, muovendo le viscere di un’altra donna con un canto di benedizione e di lode, con un canto di gioia”, ha rilevato Francesco. È questo un segno del “dinamismo” di Dio che, venendoci incontro, “muove le nostre viscere” e “mette in movimento quello che siamo fino a trasformare tutta la nostra vita in lode e benedizione”. La Sua visita “ci lascia inquieti”, ha commentato.
La medesima inquietudine è presente anche “in Maria, la prima discepola e missionaria, la nuova arca dell’alleanza che, lontana dal rimanere in un luogo riservato nei nostri templi, esce a far visita e accompagna con la sua presenza la gestazione di Giovanni”; la Vergine fece lo stesso nel 1531, quando “corse al Tepeyac per servire e accompagnare il popolo che era in gestazione con dolore, diventando Madre sua e di tutti i nostri popoli”, ha detto Bergoglio rivolto ai suoi conterranei latinoamericani.
Maria è la “icona del discepolo, della donna credente e orante che sa accompagnare e incoraggiare la nostra fede e la nostra speranza nelle diverse tappe che ci tocca attraversare”; in Lei abbiamo il “fedele riflesso” non di una “fede poeticamente edulcorata, ma di una fede forte soprattutto in un’epoca in cui si spezzano i dolci incantesimi delle cose e le contraddizioni entrano in conflitto ovunque”.
Molto “dovremo imparare” dalla “forte fede servizievole” di Maria che “sa entrare dentro la storia per essere sale e luce nelle nostre vite e nella nostra società”, ha affermato Francesco. Una società dove sono evidenti i “segni della divisione e della frammentazione”, che lasciano molti “fuori gioco”, rendendo difficile finanche il “portare avanti la propria vita con dignità”, e alimenta la “cultura della disillusione, del disincanto e della frustrazione in tantissimi nostri fratelli”, ha denunciato il Santo Padre.
Eppure, ha aggiunto, la festa la Vergine Maria ci permette di “fare memoria che non siamo né mai saremo un popolo orfano”, perché “dove è la madre c’è sempre presenza e sapore di casa” e, anche se tra fratelli si finisse a litigare, “sempre trionferà il senso dell’unità”. Papa Bergoglio ha quindi espresso il suo stupore per aver riscontrato, “in diversi popoli dell’America Latina, quelle madri lottatrici che, spesso da sole, riescono a mandare avanti i figli”: simile è il contegno di Maria, “donna lottatrice di fronte alla società della sfiducia e della cecità, di fronte alla società della indolenza e della dispersione”, che “lotta per rafforzare la gioia del Vangelo” e per dare “carne” al Vangelo stesso.
Celebrare la memoria di Maria è allora un modo per “uscire e andare all’incontro con gli altri con il suo stesso sguardo, con le sue stesse viscere di misericordia, con i suoi stessi gesti”. Una strada  – ha concluso il Papa – per condurre i popoli latinoamericani alla “riconciliazione”, e a dire “sì alla vita e no a ogni tipo di indifferenza, di esclusione, di scarto dei popoli o di persone”.

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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