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Imparare dal Padre per conoscere il Figlio

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Gv 6,44-51

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Lettura
La liturgia esclude alcuni versetti (41-43) nei quali i Giudei mormorano contro Gesù: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Come può dunque dire: Sono disceso dal cielo?». Questa presunzione trova risposta nelle parole con cui il Figlio parla del Padre ricordando che «solo colui che viene da Dio ha visto il Padre», e rassicurando che solo «chi crede ha la vita eterna». Il tema del pane della vita è ripreso per ribadire che l’uomo è chiamato ad una vita ben più duratura di quella terrena e che solo attingendo al pane vivo disceso dal cielo può partecipare di questa eternità.
Meditazione
A causa dell’intervento presuntuoso e mormorante dei Giudei, i toni del discorso di Gesù si fanno più tesi e la sua proposta sempre più esigente. Come nelle relazioni interpersonali, ritenere di conoscere già le persone che ci stanno di fronte è spesso fonte di equivoci e di riduzionismi. L’invito è quello ad un’autentica e libera apertura del cuore per avvertire l’attrazione che il Padre esercita su di noi orientandoci verso Gesù. L’insegnamento sul pane di vita prosegue in questi versetti in maniera sempre più esplicita. Questo pane che è Gesù stesso non può essere acquistato, ma può soltanto essere ricevuto in dono, gratuitamente, con l’abbondanza con la quale la folla era stata saziata nel deserto. Gesù fa memoria della manna offerta al popolo lungo il cammino nel deserto: «I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti». Ma quel dono necessario alla sopravvivenza è, ormai, una pallida immagine del Dono attuale che il Padre offre all’uomo: il suo stesso Figlio, che dà la propria «carne per la vita del mondo». Non più un agnello sacrificato a motivo di un rito, ma l’Agnello pasquale immolato per la salvezza universale, affinché chiunque ne mangia non muoia, ma abbia la vita per sempre. La visione eucaristica si inserisce nella simbologia del pane e la porta a compimento con un cambiamento di termini importante: per la prima volta, infatti, Gesù parla della propria carne e il verbo “mangiare”, nell’originale greco, si trasforma in “masticare”, come implicita allusione al mistero della passione, morte e risurrezione. Lasciamoci sorprendere, quindi, da questa rivelazione assaporandone tutta la profondità e la vertigine, ma liberandoci anche da quelle resistenze che possono continuare a mormorare e a rendere riluttante il nostro cuore.
Preghiera
Hai promesso, Signore, che chi si nutre di te non morirà per la vita eterna. Rafforza in me la fede nella tua Risurrezione e nell’Eucaristia che ogni giorno mi doni, e fa’ che la tua carne trasformi la mia vita in nutrimento di amore e di servizio per le sorelle e i fratelli che incontrerò anche oggi.
Agire
Nel luogo in cui mi trovo, scelgo di riservare un tempo di adorazione silenziosa alla presenza di Gesù Eucaristia lasciandomi assimilare a sua immagine e somiglianza.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Francesco Giovanni Brugnaro, Arcivescovo di Camerino – San Severino Marche, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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