Il vino nuovo del Vangelo

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

I farisei ed anche i discepoli di Giovanni, che si lasciano trascinare nella logica del compimento esterno delle norme, si meravigliano del comportamento apparentemente lasso dei discepoli di Gesù. Con delle immagini molto toccanti, Gesù fa capire agli interlocutori che non si tratta di un atteggiamento di superficialità o di rilassatezza, ma che è necessario saper scoprire il dono della presenza del Dio vivo in mezzo a loro. 

Meditazione

È sorprendente la chiarezza di pensiero e di azione di Gesù. Non ci sono tentennamenti, non ci sono false scuse. Non solo risponde  alla questione posta, ma con dei paragoni molto attinenti e chiari – quello dello sposo, del rattoppo del vestito e quello del vino – aiuta gli interlocutori ad andare oltre. Spinge a porsi la domanda forte: chi è colui che chiama se stesso “lo sposo” che è degno di essere ricevuto e celebrato con gioia? Cos’è questo vino nuovo di cui parla Gesù? Perché verranno giorni in cui lo sposo sarà loro tolto e digiuneranno? Queste parole si sono compiute completamente in Gesù Cristo e molti hanno trovato in esse il cammino dell’incontro con il Dio vivo. Il 13 febbraio 1945, aRoma, si verificò un fatto sorprendente: Israel Zolli, Rabbino Capo della città, e sua moglie abbracciarono la fede cristiana e furono battezzati nella basilica di SantaMaria degli Angeli. Il Zolli, che da allora prese il nome di battesimo di Eugenio, per ricordare il nome del Papa Pio XII (Eugenio Pacelli), narra che la sua conversione fu frutto di un cammino iniziato vari anni prima, nel quale egli aveva scoperto con sempre maggiore chiarezza la bellezza della figura di Gesù. Quando al buon Rabbino venne chiesto perché avesse abbandonatola Sinagoga perla Chiesa, egli rispose: «Ma io non l’ho abbandonata. Il Cristianesimo è il completamento della Sinagoga. Poichéla Sinagoga era la promessa e il Cristianesimo è il completamento di tale promessa.La Sinagoga era rivolta al Cristianesimo: il Cristianesimo presupponela Sinagoga. Come vedi, uno non può esistere senza l’altro. Ciò a cui  mi sono convertito è il Cristianesimo vivente». Gesù Cristo è lo sposo della nostra festa di nozze, capace di ricucire perfettamente il vestito della nostra anima; è il vino nuovo che deve essere accolto negli “otri nuovi” di un cuore umile e aperto all’azione della Grazia. 

Preghiera

Signore, grazie perché sei voluto essere lo Sposo della Chiesa e hai voluto fare di noi i tuoi amici prediletti. Fa’ che ti conosca sempre meglio e fa’ che sia anch’io strumento di incontro dei miei fratelli con te, con la grandezza del tuo amore. 

Agire

Cercherò di offrire a Gesù Cristo, magari mediante la confessione sacramentale, un cuore nuovo, disposto ad accoglierlo e a donarsi a tutti i fratelli. 

Meditazione del giorno a cura dipadre Paolo Cerquitella, L.C., tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamentiinfo@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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