Il ventaglio di rosari e digiuni donato dalle consacrate coreane al Papa

Francesco incoraggia i religiosi e le religiose della Corea a non cedere ai compromessi imposti da una società consumistica che incoraggia l’intemperanza

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A ruota, dopo la vista ai disabili, presso la School of Love che sorge sempre a Kkottongnae, Papa Francesco è accolto dai religiosi della Corea. Era prevista la recita dei Vespri, ma l’incontro con i disabili che si è protratto più del previsto ha fatto saltare il programma.

Il Papa ci tiene a recitare almeno un ”Ave Maria” e in toni molto familiari si scusa di non poter pregare con loro, “rischio di scontrarsi con l’elicottero contro una montagna se il buio sorprende il suo ritorno”. L’immensa aula è piena, soprattutto di consacrate.

Il loro ruolo nella Chiesa in Corea è fondamentale, essendo le suore e le monache numericamente dieci volte superiori agli uomini. Esse si occupano di educazione, lavorano negli ospedali, con i poveri, in maniera appassionata e senza soste.

Il saluto accorato dei Presidenti dell’Unione Superiori Maggiori, padre Giovanni Battista e Suor Scolastica, contiene anche l’umile confessione dei compromessi ai quali la vita dei consacrati cede in una società consumistica che incoraggia l’intemperanza. “Anche la Chiesa, essendo contaminata al secolarismo ha bisogno di un rinnovamento (…) per andare incontro a coloro che vivono nei luoghi bagnati dalle lacrime”.

Papa Francesco, nel prendere la parola, sviluppa una sorta di catechesi sui consigli evangelici. Il comune denominatore dell’anima consacrata deve essere la gioiosa fiducia in Dio, quale elemento efficace per attirare le anime a Dio. I voti, che sono la roccia dei consacrati si sviluppano attraverso la preghiera, la meditazione, i sacramenti e la vita comunitaria.

Essendo egli stesso religioso, Francesco lo dice scandendo bene le parole. Soprattutto quando afferma: “Le tentazioni richiedono umile fiducia in Dio, vigilanza, perseveranza e apertura di cuore al fratello o sorella saggia che il Signore pone sulla nostra strada” dice il Papa.

L’incontro si conclude con il dono di un ventaglio artigianale sul quale sono enumerati rosari e digiuni offerti dalle consacrate al Papa. Quanto risparmiato dallo scorso aprile, quando il viaggio era stato ufficialmente annunciato, è stato convertito in denaro che le suore hanno consegnato al Vicario di Cristo per aiutare i bisognosi nel mondo.

Commosso il Papa benedice tutti facendo somigliare al soffio di quel ventaglio, la brezza dello spirito che scende come la frescura della sera sulla calda estate coreana.

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Alfonso Maria Bruno

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