Il Venerabile Collegio Inglese ha celebrato il 650° anniversario

La Regina Elisabetta II è stata rappresentata dal Duca e dalla Duchessa di Gloucester

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di Ann Schneible

ROMA, martedì, 4 dicembre 2012 (ZENIT.org).- Questo fine settimana, il Venerabile Collegio Inglese in Roma ha celebrato il tradizionale Martyrs’ Day (Giornata dei martiri inglesi), una ricorrenza che quest’anno è coincisa con il 650° anniversario della sua fondazione. Alle celebrazioni hanno partecipato tra gli altri l’arcivescovo di Westminster, monsignor Vincent Nichols, e il Duca e la Duchessa di Gloucester in rappresentanza della regina Elisabetta II.

Il 1° dicembre di ogni anno, il Venerabile Collegio Inglese ricorda il suo primo martire, San Ralph Sherwin, che subì il martirio nel 1581, al suo ritorno in Inghilterra.

Fondato 650 anni fa come luogo di accoglienza per i pellegrini inglesi e gallesi a Roma, il Venerabile Collegio Inglese è stato trasformato in seminario nel 1579 per la formazione di sacerdoti cattolici durante la Riforma, nel momento in cui questa attività era illegale in Inghilterra. Nell’arco dei cento anni successivi alla sua creazione come seminario, almeno 44 dei suoi studenti furono martirizzati al ritorno in patria. Quando arrivava la notizia che uno degli alunni era stato martirizzato, i sacerdoti e seminaristi del Collegio si radunavano intorno al Martyrs’ Picture, un dipinto cinquecentesco di Durante Alberti raffigurante la Santissima Trinità, per cantare il Te Deum.

Le celebrazioni di Martyrs’ Day sono iniziate sabato mattina con la Santa Messa nella Cappella dei Martiri, presieduta dall’arcivescovo di Westminster, monsignor Vincent Nichols. Tra i concelebranti c’erano l’arcivescovo emerito di Westminster e già rettore del Collegio, il cardinale Cormac Murphy-O’Connor, oltre al segretario della Congregazione per il Culto Divino, l’arcivescovo Arthur Roche, il vice-presidente della Commissione Ecclesia Dei, monsignor Augustine Di Noia, il presidente della Pontificia Commissione per i Congressi Eucaristici Internazionali, l’arcivescovo Piero Marini, e i monsignori Michael Campbell e Terence Drainey, rispettivamente vescovo di Lancaster e di Middlesbrough.

Nella sua omelia, monsignor Nichols ha osservato che quest’anno la celebrazione di Martyrs’ Day coincideva con l’inizio dell’Avvento. La parola “avvento” ha due significati, ha spiegato Nichols. In primo luogo si riferisce al cammino dell’umanità verso l’incontro con Cristo-bambino, in secondo luogo alla venuta del Signore.

“Sotto molti aspetti, i martiri di questo Collegio rendono reale questo doppio avvento – ha detto il presule -. Come tutti i martiri, hanno un senso vivissimo del loro destino ultimo. È come se il cielo fosse quasi a portata di mano. Percepiscono la sua gioia persino quando subiscono una terribile sofferenza e la morte. Sanno che il loro viaggio è quasi completo e si rallegrano!”.

“E con la loro vita e testimonianza non desiderano altro che indicare il Signore che viene. Essi sono gli araldi dell’Adventus Domini, sia nel fatto che tale venuta è nella Parola del Vangelo che hanno proclamato nella loro fede nella Chiesa, sia nel sacrificio della Messa per il quale erano disposti a rischiare la loro libertà e la loro vita, sia nel ruolo del ministero petrino nella Chiesa, che riconoscevano come un dono prezioso e necessario del Signore, affinché la Chiesa mantenesse la sua fedeltà al Signore e non ai poteri temporali di qualsiasi epoca o Stato”.

Le celebrazioni di sabato che avvengono poco prima dell’inizio dell’Avvento, ha proseguito Nichols, “ci ricordano una qualità essenziale in questo lavoro di evangelizzazione: tutto quello che cerchiamo di fare e dire deve portare in sé una forte testimonianza della realtà del cielo, della speranza che in ultima analisi ci manda avanti: che desideriamo stare con il Signore, conoscere la pienezza del suo amore e la gloria del suo volto in cui sta la nostra vera soddisfazione. Questa visione ha mantenuto i nostri martiri fedeli al loro Signore in questi momenti di massima prova”.

“Nella nostra epoca, è nostro compito e privilegio proclamare questa stessa verità alle anime affamate di tantissime persone, invitandole a condividere con noi la pace e la gioia di una tale beata speranza che diventa la nostra gioia e guida in ogni prova”.

Come rappresentanti della regina Elisabetta II, hanno assistito alla Messa il Duca e la Duchessa di Gloucester, che hanno portato un messaggio da parte della Regina: “La presenza del duca di Gloucester a Vostra festa di Martyrs’ Day, in questo 650° anniversario, è un segnale della forza delle relazioni tra Regno Unito e Santa Sede”, ha scritto la Sovrana. “È anche il riconoscimento della alta stima in cui il Venerabile Collegio Inglese è tenuto come luogo di formazione per pastori, sacerdoti e futuri responsabili della Chiesa cattolica di Inghilterra e Galles. Voi avete sempre prestato servizio a generazioni di visitatori a Roma come una casa generosa ed ospitale lontano da casa, persino nei momenti più difficili”.

“I miei migliori auguri a tutti voi – ex alunni, personale e studenti del Venerabile Collegio Inglese passati, presenti e futuri – di continua prosperità”.

Le celebrazioni di Martyrs’ Day si sono concluse sabato sera nella cappella maggiore del seminario. I presenti hanno ascoltato il racconto autobiografico di John Gerard delle torture subite durante la Riforma. L’atto è stato seguito dalla venerazione delle reliquie San Ralph Sherwin e dal canto del Te Deum davanti alla Martyrs’ Picture, appesa dietro l’altare.

*Per leggere il testo completo in inglese dell’omelia di monsignor Nichols, si può cliccare su: http://www.zenit.org/article-36084?l=english

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ZENIT Staff

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