Il turismo che fa la differenza

La Dichiarazione finale del VII Congresso mondiale di pastorale del turismo a Cancún

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CANCUN, lunedì, 30 aprile 2012 (ZENIT.org) – Riportiamo di seguito la Dichiarazione finale del VII Congresso Mondiale di Pastorale del Turismo svolto a Cancún, in Messico, dal 23 al 27 aprile, organizzato congiuntamente dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti e dalla Prelatura di Cancún-Chetumal, con la collaborazione della Conferenza Episcopale Messicana, sul tema “Il turismo che fa la differenza“.

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Da Cancún in Messico, dove nei giorni 23-27 aprile 2012 si è svolto il VII Congresso mondiale di pastorale del turismo, noi partecipanti, provenienti da 40 Paesi di 4 Continenti – ecclesiastici e laici impegnati in questo ambito pastorale e professionale –, offriamo una prima valutazione dei lavori del Congresso, rivolgendoci a quanti nella Chiesa hanno responsabilità per l’evangelizzazione, e a quanti nel mondo s’interessano del fenomeno del turismo.

Convocati dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, e dalla Prelatura di Cancún-Chetumal, con la collaborazione della Conferenza Episcopale Messicana, abbiamo potuto contare anche sulla partecipazione, tra altri, di Sua Beatitudine Béchara Boutros RaÏ, Patriarca Maronita d’Antiochia e di tutto l’Oriente, di S.E. Mons. Christophe Pierre, Nunzio Apostolico in Messico, della Sig.ra Gloria Rebeca Guevara Manzo, Segretaria del Turismo del Governo Federale, e del Sig. Roberto Borge Angulo, Governatore Costituzionale dello Stato di Quintana Roo. Siamo stati accompagnati nel nostro lavoro dal Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI, approfondito nel discorso d’apertura dal Presidente del Pontificio Consiglio, il Cardinale Antonio Maria Vegliò.

Interpretando sia le indicazioni del Santo Padre che gli apporti di esperti e operatori del settore, abbiamo dedicato attenzione particolare ai temi del turismo religioso, del turismo dei cristiani e del turismo in genere, con apporti fondamentali su specifici argomenti quali la situazione presente, prospettive e sfide del turismo internazionale; il patrimonio culturale della Chiesa al servizio del turismo; la cura pastorale del turismo nel contesto della nuova evangelizzazione; la Giornata mondiale del turismo come opportunità pastorale; le nuove tecnologie e le reti sociali nell’ambito della pastorale del turismo; e il Codice Mondiale di Etica del Turismo.

Infine, alcune tavole rotonde tematicamente collegate a queste relazioni principali – tavole a cui hanno partecipato 28 esperti nei relativi campi, con numerosi interventi spontanei dei congressisti –, hanno arricchito le conoscenze di tutti, suggerendo nuove strategie d’impegno per l’affermazione della centralità e della dignità di ogni persona umana, anche nell’ambito variegato del turismo.

Prendendo spunto dalle parole del Santo Padre, abbiamo ricordato lo sviluppo nell’ambito civile internazionale del diritto al tempo libero (Dichiarazione dei diritti dell’uomo, 1948) e l’utilità del turismo come veicolo di positive relazioni umane: contatti politici, economici e culturali al di là dei confini nazionali (Dichiarazione dell’Aja sul turismo, 1989), definendo come una “pietra miliare” il Codice Mondiale di Etica del Turismo, adottato dall’Organizzazione Mondiale del Turismo nel 1999, e ratificato dalle Nazioni Unite.

La Chiesa guarda alla persona umana in modo integrale. Siamo convinti sia dell’importanza che ha il turismo nel momento presente, sia del fatto che “come tutta la realtà umana, anch’esso deve essere illuminato e trasformato dalla Parola di Dio”. Da questo presupposto nasce la nostra sollecitudine pastorale per il turismo.

Per poterlo accompagnare, vogliamo conoscerlo in profondità, individuando sia i suoi numerosi elementi positivi come quelli ambivalenti o negativi, in modo da poter valorizzare i primi, denunciare e cercare di correggere questi ultimi, così come promuovere le sue potenzialità.

Abbiamo constatato con soddisfazione la crescente attenzione della Chiesa a questo fenomeno, di cui sono esempio gli Orientamenti per la pastorale del turismo pubblicati nel 2001 dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti.

Vogliamo farci presenti nel settore del turismo per cercare di renderlo una realtà veramente umana e umanizzante. Accogliamo come compito l’invito del Santo Padre a “illuminare questo fenomeno con la dottrina sociale della Chiesa”.

Il Papa, rielaborando un concetto già accennato nell’Enciclica Caritas in veritate, ci ha invitati a trattare il tema del turismo nel contesto dello sviluppo umano integrale, per così arrivare a proporre credibilmente “un turismo diverso”, che, mentre manifesta il nostro comune “essere homines viatores”,rifletta chiaramente “l’altro itinerario, più profondo e significativo, che siamo chiamati a percorrere: quello che ci conduce all’incontro con Dio”.

Mettendoci in guardia contro gli abusi del fenomeno turistico, soprattutto quello che sovente implica la tratta di esseri umani, lo sfruttamento sessuale, l’abuso di minori e perfino la tortura, il Santo Padre ci ha chiesto di articolare le coordinate di un turismo “etico e responsabile, rispettoso della dignità delle persone e dei popoli, accessibile a tutti, giusto, sostenibile ed ecologico”. Egli ha inoltre confermato l’impegno della Chiesa a collaborare, nell’ambito che le è proprio, affinché tale turismo buono diventi una realtà per tutti, specialmente per coloro che sono maggiormente svantaggiati.

In riferimento a quelli che visitano le varie forme artistiche nate dall’esperienza religiosa cristiana, nel “turismo religioso”, valutiamo importante mettere il nostro patrimonio religioso storico-culturale a servizio della nuova evangelizzazione.

Il Santo Padre ci ha indicato come area privilegiata per il contributo della Chiesa la “via pulchritudinis”, cioè la presentazione dell’immenso patrimonio artistico e culturale cristiano come occasione per annunciare Cristo e illustrarne il mistero sia a cristiani che a non-cristiani.

Infine, vogliamo accompagnare i cristiani nell’usufruire delle loro vacanze e del tempo libero, in modo che queste siano proficue per la loro crescita umana e spirituale, convinti che nemmeno in questo tempo possiamo dimenticare Dio, che mai si dimentica di noi.

La nuova evangelizzazione, alla quale tutti siamo chiamati, ci chiede di cogliere le numerose occasioni che il fenomeno del turismo offre per presentare Cristo come risposta suprema agli interrogativi dell’uomo di oggi.

In questa sfida vogliamo porci come obiettivi l’accoglienza come stile pastorale e la collaborazione con tutti i settori coinvolti.

Sarà importante poter contare su adeguate strutture pastorali a livello nazionale, diocesano e parrocchiale, e, secondo la raccomandazione del Santo Padre, che “la pastorale del turismo formi parte, con pieno diritto, della pastorale organica ed ordinaria della Chiesa, in modo che coordinando i progetti e gli sforzi, rispondiamo con maggiore fedeltà al mandato missionario del Signore”. Questa esortazione dovrà essere tradotta sia nella creazione di strutture nazionali e diocesane, ove queste già non esistano, sia nel potenziamento di quelle esistenti.

Al termine di questa preziosa serie di scambi, orientati a realizzare gli alti obiettivi delineati dal Santo Padre, e in attesa del documento finale che verrà elaborato da un’apposita commissione, vogliamo ringraziare gli organizzatori.

Insieme al Pontificio Consiglio, siamo grati alla Prelatura di Cancún-Chetumal, nella persona del suo vescovo, S.E. Mons. Pedro Pablo Elizondo Cárdenas, per quest’occasione di riflettere insieme e in un clima di amicizia, sorretti da momenti di celebrazione liturgica e di preghiera, su questioni di grande importanza e attualità nell’ambito di un fenomeno ch
e già coinvolge un miliardo di persone e che è destinato, nei decenni a venire, a crescere e ad evolversi.

Ci impegniamo – ognuno nel proprio ambito e tutti insieme al servizio della Chiesa – ad approfondire le conclusioni del Congresso, facendocene interpreti nelle diverse singole situazioni e promotori a livello globale.

Ci auguriamo che il lavoro portato avanti in questi giorni possa stimolare una più diffusa riflessione dentro e fuori la Chiesa, intorno a una realtà che tocca non solo il tempo libero dell’uomo, ma la sua stessa libertà, insieme al senso profondo della sua vita nel mondo.

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ZENIT Staff

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