Il terremoto che accompagnò la morte di Gesù

I risultati di una nuova ricerca geologica

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di Paul De Maeyer

ROMA, lunedì, 11 giugno 2012 (ZENIT.org).- Gesù di Nazareth è morto sulla croce venerdì 3 di aprile dell’anno 33 d.C. Questo almeno è la data più probabile che emerge da una ricerca pubblicata sulla rivista International Geology Review e basata sull’attività sismica nell’area del Mar Morto, a circa venti chilometri ad est di Gerusalemme.

Come scrive Jennifer Viegas, sul sito Discovery News (24 maggio), il Vangelo di San Matteo menziona infatti che vi fu un terremoto nel momento in cui Gesù morì sulla croce.

“E Gesù, emesso un alto grido, spirò. Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono”, tramanda l’evangelista (27,50-52).

Per analizzare l’attività sismica nell’area, i geologi Jefferson Williams, di Supersonic Geophysical, e Markus Schwab e Achim Brauer del Centro tedesco di ricerca per le Geoscienze hanno esaminato tre “carote” di sedimento prelevate dalla spiaggia di Ein Gedi, ad sud-est di Gerusalemme, sul Mar Morto.

Dall’analisi degli strati di sedimento risulta che almeno due scosse importanti hanno colpito la zona in quell’epoca della storia. La prima – quella più ampia – è avvenuta nell’anno 31 a.C., mentre la seconda è da situare nel periodo che va dal 26 al 36 d.C.

Secondo Williams, il secondo sisma è avvenuto proprio “negli anni in cui Ponzio Pilato era procuratore della Giudea e in cui è circoscritto storicamente il terremoto del Vangelo di Matteo”.

Williams e la sua équipe ritengono che l’attività tellurica associata alla crocifissione di Gesù può riferirsi ad “un terremoto che è avvenuto un po’ prima o dopo la crocifissione ed è quello a cui fa riferimento l’autore del Vangelo di Matteo, e un terremoto locale tra il 26 e il 36 d.C. che fu abbastanza potente da deformare i sedimenti di Ein Gedi ma non sufficientemente potente da produrre una memoria storica ancora esistente ed extrabiblica”.

Williams sta esaminando ancora un altro possibile evento naturale associato alla crocifissione di Gesù, cioè il buio.

Infatti, tutti e tre i Vangeli sinottici, vale a dire Matteo (27,45), Marco (15,33) e Luca (23,44), raccontano il buio calato dopo la crocifissione, da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio.

Secondo Williams, questo buio potrebbe essere stato provocato da una tempesta di sabbia, che a sua volta potrebbe aver lasciato tracce o depositi nei sedimenti rocciosi della zona.

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ZENIT Staff

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