Il sostegno e la preghiera del Papa per gli operai della Lucchini

Nell’udienza generale il Santo Padre ha risposto a un appello inviatogli dai 2.000 lavoratori che rischiano il posto

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“Cari operai, cari fratelli sui vostri volti erano dipinte una profonda tristezza e le preoccupazioni di padri di famiglie che chiedono solo il loro diritto di lavorare per vivere dignitosamente e per poter custodire, nutrire ed educare i propri figli. Siate sicuri della mia vicinanza e della mia preghiera; non scoraggiatevi, il Papa è accanto a voi e prega per voi affinché quando si spengono le speranze umane rimanga sempre accesa la speranza divina che non delude mai”.

È con queste parole che stamattina, al termine dell’udienza generale, papa Francesco ha voluto esprimere la propria vicinanza ai circa 2.000 operai dell’acciaieria Lucchini di Piombino, che dopo lo spegnimento dell’altiforno si sono ritrovati in pericolo di perdere il loro posto di lavoro.

Dopo lo spegnimento, il Papa aveva ricevuto un video-appello da parte degli operai. Un messaggio – ha detto – che lo “ha davvero commosso” e rattristato.

La risposta del Papa “ci tocca profondamente”, hanno subito detto gli operai della Lucchini che sperano che il sostegno del Santo Padre “in un momento così drammatico” possa dare loro “la forza di resistere”.

Poche ore dopo l’intervento di papa Francesco, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha pubblicato un tweet in cui si legge: “Credo che proprio oggi firmeremo il protocollo d’intesa sul futuro di Piombino con ministri e presidente Regione Toscana”. Positivo anche il viceministro allo Sviluppo Economico, Claudio De Vincenti che ha incontrato il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi: “Siamo molto, molto avanti con il testo dell’accordo di programma per Piombino – ha detto – È un bell’accordo per il futuro di Piombino, le prospettive industriali dell’area e per i lavoratori”, aggiunge.

Il vescovo di Massa Marittima-Piombino, mons. Carlo Ciattini, intervistato dalla Radio vaticana, ha commentato le parole del Papa ricordando che la Chiesa “realizza l’uomo”, dunque “l’uomo che non ha un lavoro, che non ha una prospettiva di lavoro, capisce bene che inevitabilmente vive una povertà che non è solo quella economica”. “E la Chiesa che cosa deve fare – si chiede infine il vescovo -, se non stargli vicino perché possa nuovamente rivivere in pienezza un impegno nella vita, che diviene crescita, costruzione dell’uomo stesso?”.

(F.C.)

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ZENIT Staff

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