Il Sinodo rende omaggio alle “nigrizie” americane

Intervento di monsignor Jorge Enrique Jiménez Carvajal

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di Jesús Colina

CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 12 ottobre 2009 (ZENIT.org).- Il Sinodo dei Vescovi dell’Africa ha avuto una parola anche per gli uomini e le donne che vivono nel continente americano ma i cui antenati sono stati strappati dalle terre africane.

Monsignor Jorge Enrique Jiménez Carvajal, C.I.M., Arcivescovo di Cartagena, in Colombia, è intervenuto venerdì all’assemblea, alla quale sta partecipando per nomina esplitica di Benedetto XVI.

Le sue parole sono servite a ricordare che “migliaia e migliaia di esseri umani di razza nera giunsero in America per essere venduti all’asta e condannati a lavorare fino alla morte”.

Cartagena, la città del Vescovo, “ebbe la triste fortuna di essere uno dei porti principali di questo infame commercio, ma ebbe quella più grande di accogliere la grande testimonianza di santità del gesuita Pedro Claver, apostolo degli schiavi, il cui corpo riposa nella nostra Cattedrale, il quale visse per proteggerli, guidarli verso la fede e insegnar loro l’amore verso Dio e l’amore di Dio, amore che senza dubbio li aiutò a sopravvivere e che oggi permette loro di esprimersi dalla prospettiva della fede cristiana”.

“Pedro Claver aspettava le ‘navi negriere’ in un’ottica diversa da quella di coloro che commerciavano con esse. Per quei trafficanti, arrivavano ‘schiavi da lavoro’, ma per l’apostolo arrivavano ‘figli di Dio’ che chiedevano di conoscere tutta la verità del Vangelo”.

Il presule ha quindi spiegato ciò che hanno sentito gli africani portati in America: “Il Nero cresce nella Fede e la vive, ma si domanda perché il compagno, che professa la stessa fede, usi la frusta e non trova risposta”.

“Tutto questo capitolo della ‘Storia Universale dell’Infamia’” “è stato scritto 15 secoli dopo l’avvento di nostro Signore Gesù e fa parte di una tenebra che dobbiamo lasciarci alle spalle per raggiungere livelli di dignità più elevati in un mondo ‘falsamente globalizzato’”, ha avvertito.

“L’Africa è la ‘Grande Patria’ di tutte le nostre nigrizie, dal Canada fino alla Terra del Fuoco, ivi compresa la meravigliosa presenza di questa razza nelle Antille e nei Caraibi”.

“Tante delle cose che hanno reso grande il Continente americano sono state possibili unicamente grazie al contributo dei neri, eredi di tante ricchezze ancor oggi sconosciute, eredi di una grande abbondanza di simboli che con il tempo avrebbero arricchito il messaggio cristiano, eredi di quella stessa gioia con cui i loro antenati abbracciarono la fede, non importa quanto la vita sia stata dura con loro. La storia dell’Africa in America non è storia di ieri, è un oggi vivo”, ha aggiunto.

Per questo motivo, crede che il Sinodo debba “spendere una parola per i neri americani”, sottolineando di aver usato la parola “americano” per riferirsi a tutta l’America.

“Gran parte del loro cuore è ancora vivo e continuerà a vivere in Africa, per tanto percepiranno e vivranno come proprio ciò che accadrà in quel continente”, ha dichiarato.

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ZENIT Staff

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