Il Sinodo per l'Africa prepara le sue "proposizioni" e il messaggio finale

Serviranno per il documento papale che orienterà la vita della Chiesa nel continente

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di Jesús Colina

CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 19 ottobre 2009(ZENIT.org).- Finalmente un giorno libero per i partecipanti al Sinodo dei Vescovi per l’Africa. Dopo l’ondata di interventi, discussioni e relazioni, questo lunedì i Vescovi hanno potuto prendersi una pausa di riflessione.

L’aspetto più duro del lavoro è ricaduto tuttavia sulle spalle dei Vescovi incaricati di unificare la prima redazione delle “proposizioni” che il Sinodo presenterà a Benedetto XVI come conclusione dell’Assemblea, che gli serviranno come base per redigere l’Esortazione Apostolica post-sinodale, che dovrebbe orientare la Chiesa in Africa nei prossimi anni.

L’unificazione delle “proposizioni” rappresenta un lavoro enorme che è stato affrontato dal Relatore Generale del Sinodo, il Cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, Arcivescovo di Cape Coast (Ghana), assistito da due segretari speciali – monsignor Damião António Franklin, Arcivescovo di Luanda (Angola), e monsignor Edmond Djitangar, Vescovo di Sarh (Ciad) – e dai relatori dei dodici gruppi di lavoro.

L’elenco unico delle proposizioni verrà presentato ai padri sinodali questo martedì mattina. I circoli minori si riuniranno poi di nuovo per preparare gli emendamenti alle proposizioni.

Venerdì pomeriggio verrà presentato l’elenco finale delle proposizioni, su cui si voterà sabato mattina, alla vigilia della Messa conclusiva dei lavori sinodali.

Gli argomenti principali delle “proposizioni” possono già essere constatati sia nella “Relatio post disceptationem” del Cardinale Turkson, presentata il 13 ottobre, che nelle relazioni dei gruppi di lavoro.

Il Cardinale del Ghana ha concluso la relazione con alcune domande che hanno rappresentato la bussola per redigere le “proposizioni”.

Da questi enunciati e dalle proposte dei gruppi di lavoro si può constatare che il Sinodo diventerà un annuncio di Cristo come “nostra riconciliazione”, “nostra giustizia” e “nostra pace”.

Tra i temi che hanno ricevuto maggiore interesse sia nell’Aula che nei gruppi di lavoro, spiccano la destabilizzazione della famiglia, la dignità della donna e la sua missione al servizio della pace e della giustizia, la missione profetica della Chiesa al servizio della giustizia e della pace, la necessità di formare laici impegnati in politica, l’urgenza di utilizzare i mezzi di comunicazione nell’evangelizzazione, la testimonianza di “servizio” dei sacerdoti.

Parallelamente alle “proposizioni”, avanza la redazione del messaggio al popolo di Dio (in latino “Nuntius”), la cui prima bozza è stata presentata all’assemblea sabato da monsignor John Olorunfemi Onaiyekan, Arcivescovo di Abuja (Nigeria) e presidente della commissione che si occupa della redazione.

Il messaggio, che sarà presentato e votato dall’assemblea sinodale venerdì mattina, si dirigerà tra gli altri ai responsabili dei popoli africani per ricordare loro la responsabilità riguardo non solo violenza e ingiustizia, ma anche povertà e fame.

Il messaggio arriva nel mezzo della recrudescenza di malattie letali, tra le quali si chiede di inserire, oltre all’Aids, quelle “storiche” come la malaria, che colpisce più di 250 milioni di persone, o la tubercolosi, che ne affligge oltre 200 milioni. L’Hiv infetta 30 milioni di individui, anche se causa ancora il maggior numero di vittime.

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ZENIT Staff

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